Ucraina, Khodorkovsky: "Putin è un gangster, trattare con lui è un errore drammatico"

Ucraina, Khodorkovsky: "Putin è un gangster, trattare con lui è un errore drammatico"
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Di Shona Murray
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L'imprenditore russo, condannato a dieci anni di carcere in patria, è ospite di The Global Conversation: "La guerra in Ucraina sarà la fine di Putin, ma le sanzioni non possono fermare l'aggressione: va risolta sul campo di battaglia, la Nato deve fornire più sostegno".

L'Unione europea, gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno imposto sanzioni senza precedenti contro il governo russo, il settore energetico, i media controllati dal Cremlino e oltre 900 individui, tra cui diversi oligarchi. Per l'ex oligarca Mikhail Khodorkovsky, un tempo l'uomo più ricco della Russia, la fine di Putin è ormai inevitabile. Khodorkovsky vive in esilio dopo essere stato in prigione per dieci anni con l'accusa di evasione fiscale, appropriazione indebita e frode. La sua condanna è considerata un messaggio per fare star fuori dalla poltica gli altri oligarchi.

Khodorkovsky è nostro ospite in The Global Conversation.  Per un certo periodo, un periodo significativo della sua vita, ha conosciuto bene Vladimir Putin. Cosa crede che stia pensando in questo momento e fino a che punto può spingersi con questa guerra?

Quello che vedo in Putin oggi è un misto di pragmatismo, cioè il desiderio di rafforzare il suo indice di gradimento elettorale, e di emotività, una sorta di paura paranoica di ciò che sta accadendo in un paese confinante, paura delle trasformazioni democratiche, dell'indipendenza conquistata dall'Ucraina.

Ma allo stesso tempo abbiamo visto le sue incursioni negli anni 2000, la presa della Crimea nel 2014. Ritiene che siano distinte dalla guerra attuale o che la guerra attuale sia stata innescata, come ha detto lei, dal COVID e da altre questioni? È questo che sta dicendo?

Putin ha risolto i suoi problemi elettorali con la guerra per quattro volte durante la sua presidenza. La prima volta è stata nel '99. Poi è successo nel 2008, nel 2014 e ora nel 2022. La pandemia ha contribuito a consolidare la sua idea che l'Ucraina non avrebbe resistito, che non avrebbe incontrato alcuna resistenza organizzata, che alcune città lo avrebbero accolto con i fiori.

Lei dice che è un fallimento di Putin. Ma è anche il fallimento dell'Occidente? Considerando ciò che abbiamo visto fare a Putin negli ultimi due decenni, il suo tentativo di conquistare la Crimea, il suo intervento in Siria e così via. L'Occidente è stato ingenuo con Putin?

I leader dei principali Paesi europei credono ancora che sia possibile trovare un accordo con Putin senza usare la forza, cioè a partire da una posizione debole, secondo Putin. E questo è un errore drammatico, perché non stanno parlando con un leader come loro, stanno parlando con un gangster. E qualsiasi gangster che crede di essere forte e a cui viene chiesto di fare delle concessioni, di fatto cercherà di finire la sua vittima.

Qual è la soluzione, secondo lei? Penso che a questo punto Emmanuel Macron e gli altri leader abbiano capito che non serve negoziare con Putin. Cosa gli consiglierebbe di fare per porre fine a questa situazione?

Recentemente, probabilmente un mese fa, sono stato sorpreso di Borrell, un funzionario europeo, non mi sarei mai aspettato parole così dure da lui. Ma ha detto la cosa giusta: questo conflitto non sarà risolto al tavolo dei negoziati, ma sul campo di battaglia. In seguito, naturalmente, ci saranno dei negoziati, alla fine la guerra sarà fermata con i negoziati. Ma per arrivarci sarà decisivo l'esito sul campo di battaglia. Non avete alternative a questo.

Cosa comporta tutto questo? Il coinvolgimento formale della Nato in Ucraina? È questa, secondo lei, l'unica soluzione per evitare che la guerra continui o si espanda? Cosa ne pensa?

Oggi la Nato ha la grande opportunità di aiutare l'Ucraina a difendere la propria sovranità partecipando a questa guerra con forniture di armi e addestrando i soldati ucraini, piuttosto che combattere sul territorio. Se si perde questa opportunità, lancio un avvertimento: tra qualche anno, o forse anche prima, la Nato sarà direttamente coinvolta in questa guerra, perché si svolgerà sul territorio di uno dei Paesi della Nato. Chi crede che si possa in qualche modo raggiungere un accordo con l'aggressore, ripete gli errori di molti dei suoi predecessori. Decine di milioni di europei hanno già pagato questi errori con la vita circa 70 anni fa.

Come valuta finora l'operato della Nato? Come si sono comportati gli Stati membri? Abbiamo assistito a discussioni in Germania sull'invio di armi tedesche in Ucraina. Ritiene che gli sforzi debbano essere intensificati in modo significativo o siamo sulla strada giusta in termini di sostegno militare all'Ucraina?

Sono convinto che le sanzioni potessero essere importanti nel 2014. Ora le sanzioni non possono fermare l'aggressione, anche se possono indebolire il regime in modo che questa aggressione non si ripeta. Ma ora la questione si sta risolvendo sul campo di battaglia. Se la Nato vuole che si risolva sul territorio ucraino, allora dovrebbe fornire un sostegno molto più sistematico. Mi fa ridere sentire alcuni funzionari dire: se diamo cinque, dieci o venti armi in più all'Ucraina, questa combatterà sul territorio della Russia! Ma di cosa state parlando? Oggi l'artiglieria dell'esercito di Putin supera di 20 volte le capacità dell'esercito ucraino! 20 volte! Il dominio dell'aviazione di Putin è assoluto.

Un'ultima domanda: lei ha già detto che questa guerra sarà la fine di Vladimir Putin. Questa guerra l'ha toccata personalmente a causa della sua storia familiare in Ucraina: sua nonna, il tempo trascorso lì durante l'infanzia. Se l'amministrazione di Vladimir Putin dovesse finire, si immagina di tornare in Russia come parte della ricostruzione, come figura politica?

Non sono un politico per natura. Mi è sempre piaciuto fare affari. E dopo la prigione, dove ho trascorso 10 anni, sono più interessato alle attività sociali. Credo che la Russia non debba una figura simile a uno zar, che è intrinsecamente alla ricerca di un nemico esterno. È molto importante che la Russia post-Putin diventi uno Stato federale e costruisca un parlamento funzionale che rappresenti gli interessi delle regioni russe. Se a quel punto dovessero avere bisogno del mio sostegno come amministratore con una rilevante esperienza manageriale, ovviamente cercherei di aiutare il mio Paese. Se le nuove generazioni saranno in grado di gestire la situazione, ne sarò molto felice.

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