Prime reazioni e primi attriti dopo il discorso del presidente francese Macron, che ha escluso un governo di unità nazionale, respinto da Marine Le Pen e dalla coalizione di sinistra. Mélenchon invita la premier Elisabeth Borne a chiedere la fiducia dei 577 nuovi deputati
Nel suo primo discorso alla Nazione dopo le elezioni legislative di domenica, il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato i partiti e i movimenti politici alla collaborazione e al compromesso.
Del resto, non può fare altrimenti, dopo che la sua coalizione "Ensemble" ha perso la maggioranza assoluta all'Assemblée Nationale.
Ma l'intenzione di Macron di creare una maggioranza di lavoro e un "governo di unità nazionale" è già stata respinta dai suoi avversari politici.
Il leader della colazione di sinistra Nup (Nouvelle Unione Populaire écologiste et sociale), Jean-Luc Mélenchon, ha definito il discorso di Macron "ratatouille" e ha chiesto alla premier Elisabeth Borne di presentare la tabella di marcia del governo per un voto parlamentare.
Jean-Luc Mélenchon, leader di "La France insoumise":
"Non può esistere una realtà diversa da questa: l'esecutivo è debole e l'Assemblea Nazionale è forte grazie alla sua egittimazione ottenuta nelle recenti elezioni. Il Primo Ministro, come in tutte le democrazie del mondo, deve presentarsi all'Assemblea Nazionale e chiedere la fiducia dei deputati. Se non ha questa fiducia, deve andarsene".
Marine Le Pen, leader del Rassemblement National (RN), che domenica ha conquistato uno storico risultato di 89 seggi, ha twittato cosi: "Macron continua a fingere di credere che il popolo lo sostenga ancora".
La coalizione "Ensemble" di Macron ha conquistato il maggior numero di seggi (245), ma con 44 seggi in meno del necessario per avere la maggioranza nell'Assemblée Nationale.
Per governare, dovrà scendere a patti con Mélenchon e Le Pen, che non sembrano disposti a fare sconti al presidente.