Continua lo stallo per Macedonia del Nord e Albania. Lontana l'adesione all'UE

Il primo ministro albanese Edi Rama, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen
Il primo ministro albanese Edi Rama, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen Diritti d'autore Olivier Matthys/Associated Press
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Di Gianluca Martucci
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Non c'è l'unanimità per riattivare i negoziati di adesione. La causa è ancora il veto della Bulgaria, ma questa volta per una crisi politica interna

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Il vertice tra i 27 Stati membri dell'Unione europea e i sei Paesi dei balcani occidentali extra-europei si è concluso con un nulla di fatto. La Bulgaria non ha ritirato il veto sulla ripresa dei negoziati di adesione con la Macedonia del Nord a causa di una crisi politica interna e questo minaccia anche il percorso dell'Albania, che è legato a quello di Skopje.

Anche questa volta non è stata raggiunta l'unanimità necessaria sulla questione. L'ago della bilancia è stata ancora una volta la Bulgaria. La delusione dei leader balcanici si toccava con mano durante la conferenza stampa del primo ministro macedone, del primo ministro albanese e del presidente serbo.

"Quello che sta accadendo è un problema serio, un duro colpo per la credibilità dell'Unione europea: stiamo sprecando tempo che non abbiamo a nostra disposizione. Noi, la Macedonia del Nord, l'Albania. e tutta la regione non possiamo restare in questa situazione per un Paese che è incapace di sbloccare il nostro percorso verso l'Unione europea. Non dobbiamo permettere che questioni bilaterali diventino problemi multilaterali", ha dichiarato il primo ministro macedone Dimitar Kovačevski.

Le critiche più dure sono arrivate dal primo ministro albanese Edi Rama, che prima della riunione ha invitato l'Ucraina a non farsi troppe illusioni quando l'Ue le concederà lo status di Paese candidato per l'adesione. 

"L'aggressione russa dell'ucraina sta ricevendo un sostegno enormemente generoso e spontaneo da parte di un Paese della NATO: la Bulgaria. Così facendo Sofia sta destabilizzando un altro Paese Nato, la Macedonia del Nord", ha aggiunto Rama.

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