Una scia di ombrelli. Lione celebra l'accoglienza dei rifugiati

Giornata mondiale del rifugiato a Lione
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Di Laurence AlexandrowiczGianluca Martucci
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Ong, rifugiati e cittadini promuovono l'accoglienza. La crisi alimentare e quella climatica aumenteranno i flussi migratori.

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A Lione centinaia di persone sono scese in strada per promuovere l'accoglienza nella giornata del rifugiato che si è tenuta lunedì 20 giugno. Profughi, volontari e semplici cittadini hanno sfilato per strada con l'ombrello in mano, il simbolo della protezione. 

Secondo l'Onu, il numero dei rifugiati nel mondo ha superato i 100 milioni. In Francia l'associazione Forum Rifugiati si prende cura di alcuni di loro. Tra questi anche Atifa, un'afgana di 19 anni. In dieci mesi la giovane attrice teatrale ha imparato il francese. Nella giornata internazionale del rifugiato racconta la sua storia e quella dei suoi dieci amici.

"Io e la mia compagnia, abbiamo lasciato l'Afghanistan e siamo arrivati in Francia il 23 agosto, grazie al sostegno del teatro nazionalpopolare di Villeurbanne - comune limitrofo di Lione - e del teatro di nuova generazione", racconta Atifa.

Forum rifugiati, che quest'anno celebra il suo 40° anniversario di vita, ha organizzato in diverse città francesi, come qui a Lione, la tradizionale marcia degli ombrelli, considerati come simbolo della protezione. 

Al termine della marcia erano presenti diverse ONG, ognuna delle quali si è occupata di una questione diversa. Tra queste era presente una sezione della Croce Rossa che aiuta i rifugiati a ritrovare i parenti da cui sono stati separati. I volontari contattano i comitati locali della Croce Rossa o della Mezzaluna Rossa presenti in 192 Paesi per indagare. La metà delle ricerche ha successo.

"Quando abbiamo molte richieste abbiamo bisogno di più tempo per rimettere in contatto le persone. Accade ad esempio con la Repubblica Democratica del Congo, con l'Afghanistan. In questi casi la ricerca può durare anche 2 anni", ci spiega Danielle Lambert, volontaria della Croce rossa.

L'associazione SOS Mediterranée ricorda di aver salvato più di 35.600 persone in mare con la sua nave Aquarius e poi con la Ocean Viking. "Un giorno in mare significa marinai di salvataggio, un'équipe medica e un'équipe tecnica per gestire questa barca, che costa 14.000 euro al giorno, e abbiamo bisogno di donazioni per gestire la barca quest'estate", afferma Meryll Patois.

Tutte le associazioni sono concordi nel sostenere che la crisi alimentare e quella climatica intensiferà ancora di più i flussi migratori.

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