Post-brexit, Irlanda del Nord: la commissione avvia una procedura d'infrazione contro il Regno Unito

Manifestanti a Hillsborough Castle in Irlanda del Nord
Manifestanti a Hillsborough Castle in Irlanda del Nord Diritti d'autore Peter Morrison/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
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La decisione dopo che la Gran Bretagna ha deciso di rivedere unilateralmente il protocollo per l'Irlanda del Nord, uno dei capitoli più sofferti della brexit

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L'Ue riprende la procedura di infrazione contro il Regno Unito per la violazione degli accordi sulla Brexit, congelata a novembre scorso, e ne apre altre due.

L'annuncio arriva dopo la proposta di legge presentata dal Governo del Regno Unito che disapplica unilateralmente gli elementi fondamentali del Protocollo per l'Irlanda del Nord concordato con Bruxelles.

Cosa prevede il Protocollo

Con l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, il 1 febbraio 2020, si è riaperta la questione nordirlandese, che si era trascinata fra scontri violenti e settari per quarant'anni, dal 1968 al 1998, anno in cui sono stati firmati da Regno Unito e Repubblica d'Irlanda gli Accordi del Venerdì Santo. Ma la Brexit ha riportato d'attualità l'ipotesi di un confine rigido tra Irlanda, che fa parte dell'Ue, e Irlanda del Nord, che ne è fuori.

Questa eventualità è stata scongiurata grazie a un lungo negoziato, che ha stabilito che l'Irlanda del Nord rimanga per alcuni aspetti soggetta alle regole del Mercato unico europeo, evitando così una frontiera dura nel Paese, che sarebbe foriera di nuove tensioni. È il cosiddetto meccanismo di backstop, su cui però una parte del parlamento britannico non è d'accordo.

A opporsi è soprattutto il Dup, partito unionista democratico favorevole alla Brexit, che vorrebbe una data di scadenza per il meccanismo di backstop per non lasciare il Regno Unito imbrigliato nei regolamenti europei.

Negli anni successivi alla Brexit il parlamento britannico ha approvato diversi emendamenti per la revisione del Protocollo e il governo di Boris Johnson si è attivato per modificarlo unilateralmente. La proposta di legge è stata presentata dal governo in questi giorni e ha ricevuto ieri l'approvazione della Camera dei Comuni. 

Il punto più critico della legge potrebbe riguardare la giurisdizione della Corte di Giustizia dell'Unione europea nelle dispute commerciali, cosa non gradita al governo di Londra, ma considerata una linea rossa da non superare a Bruxells.

L'iter della procedura d'infrazione

Bruxelles si oppone fermamente alla riapertura del negoziato sulla Brexit. L'approvazione delle modifiche unilaterali al backstop da parte della Camera dei Comuni britannica ha fatto ripartire il meccanismo della procedura d'infrazione.

La prima procedura era stata avviata a marzo 2021. La Commissione invierà ora un parere motivato: è la seconda fase dell'iter dopo il quale si arriva al deferimento alla Corte di giustizia. Per le due nuove procedure verrà inviata la lettera di messa in mora.

"Non c'è alcuna giustificazione politica per cambiare unilateralmente un accordo internazionale", ha commentato il vicepresidente della Commissione Ue Maros Sefcovic dopo la mossa del Governo del Regno Unito di presentare una legge che modifica unilateralmente il Protocollo dell'Irlanda del Nord. "È una violazione della legge internazionale. È illegale" e l'iniziativa britannica "viola estremamente la fiducia", "crea profonde incertezze e ombre sulla nostra complessiva cooperazione".

La reazione di Londra

Per il governo di Londra la reazione dell'Ue è immotivata. La responsabile del Foreign Office, Liz Truss, ha dichiarato che il Regno preferisce una soluzione negoziale con l'Ue, ma ha dovuto agire in modo unilaterale sia perché i colloqui con Bruxelles per modificare l'intesa erano a un "punto morto" sia per risolvere l'instabilità politica nell'Irlanda del Nord causata dallo stallo sul Protocollo.

La pensa invece in modo opposto il premier irlandese Micheal Martin, secondo cui l'iniziativa britannica non può che avere un effetto "destabilizzante" sull'Ulster, prima di tutto per le possibili conseguenze negative sull'economia, in quanto provvedimento "anti-business e anti-industria".

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