Diritti dell'uomo, la Corte europea condanna la Russia: ma al Cremlino non importa

Gli agenti stranieri siete voi
Gli agenti stranieri siete voi Diritti d'autore Screenshot
Di Euronews Russia - Edizione italiana: Cristiano Tassinari
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Una legge russa del 2012 contro le Ong tacciate di essere "agenti stranieri" è stata condannata dall'European Court of Human Rights. Ma alla Russia non interessa: da una settimana è in vigore un'altra legge, che prevede la non applicazione delle decisioni della Corte europea

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 La Corte europea dei diritti dell'uomo (European Court of Human Rights), martedì ha condannato la Russia al pagamento di un risarcimento danni ai gruppi per i diritti umani, etichettati dalle autorità di Mosca come agenti stranieri.

La Corte ha stabilito che la legge russa (del 2012) che consente di etichettare le Ong come agenti stranieri viola la libertà di riunione e di associazione.

"Obiettivo: l'effetto-raffreddamento delle attività delle Ong"

Aleksandr Peredruk, avvocato che ha rappresentato le Ong presso la Corte europea: 
"La Corte europea ha concordato con la posizione dei ricorrenti, secondo cui il termine agente straniero non dovrebbe essere usato in relazione alle organizzazioni no-profit e, in linea di principio, non dovrebbe essere usato in questo senso, poiché ha una connotazione negativa: è essenzialmente un annullamento del diritto alla libertà di espressione. L'uso di questo termine ha un solo obiettivo: creare un cosiddetto effetto di raffreddamento sulle attività delle organizzazioni, per costringerle a rifiutare completamente i finanziamenti stranieri o, di fatto, per rendere le loro attività impossibili".

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L'avvocato Aleksandr Peredruk.Euronews

Ong chiuse "per legge"

La prima denuncia di una Ong russa etichettata come agente straniero è stata ricevuta dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2013. C
inque anni fa, le denunce di 73 Ong sono state riunite in un unico caso.
Tra i ricorrenti ci sono le principali organizzazioni russe per i diritti umani, come "Golos" e "Memorial", che le autorità hanno già fatto chiudere. 

"Memorial", in particolare, è la più antica organizzazione russa per la difesa dei diritti umani, fondata da Andrei Sacharov: la Corte Suprema russa l'ha fatta chiudere il 28 dicembre 2021

"Ormai è troppo tardi"

Oleg Orlov, che ha lavorato a "Memorial" per molti anni, è convinto che la decisione della Corte dei diritti umani sia stata presa ormai troppo tardi.

Oleg Orlov, ex presidente del Centro per i diritti umani "Memorial", dice:
"Anche solo un anno fa, una decisione del genere avrebbe potuto avere un impatto reale sullo sviluppo della situazione all'interno della Russia, almeno per quanto riguarda il fatto che non ci sarebbe stato un ulteriore inasprimento delle leggi sugli agenti stranieri. Ma se guardiamo alla decisione in sé, abbiamo richiamato l'attenzione della Corte europea dei diritti dell'uomo, nelle nostre denunce, sul fatto che la legge è discriminatoria, che la persecuzione delle organizzazioni non governative ai sensi di questa legge è di natura politica, ma la Corte europea non ha ritenuto necessario prenderle in considerazioni nella sua decisione".

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Oleg Orlov, ex presidente del Centro per i diritti umani "Memorial".Euronews

Russia fuori dalla giurisdizione della Corte europea

Il Cremlino non ha voluto commentare la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo: del resto, appena una settimana fa, la Russia ha adottato una legge che prevede la non applicazione delle decisioni della Corte.  

A stabilirlo è stata la Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, con l'approvazione, alla sostanziale unanimità, di due progetti di legge.

Il primo stabilisce il ritiro della Russia dalla giurisdizione dell'organo internazionale, istituito alla fine degli anni '50 dalla Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. Il secondo sottrae il Paese ai suoi pronunciamenti, a partire dal 15 marzo

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