La rivoluzione di Papa Francesco

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Di Paolo Alberto Valentiansa
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Dopo 9 anni di gestazione la nuova costituzione apostolica 'Praedicate Evangelium' entra in vigore dal 5 giugno

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Consapevole che la configurazione di una nuova Curia è presupposto per la sopravvivenza della Chiesa Papa Francesco l'ha fatta elaborare negli ultimi 9 anni e adesso entrata in vigore: la nuova costituzione apostolica s'intitola  'Praedicate Evangelium'. Il debutto è fissato per il 5 giugno, giorno di Pentecoste.

Il documento, che alcuni considerano rivoluzionario tanto da aver scatenato agli esordi diverse critiche, è  in via di applicazione. La ristrutturazione dell corpo centrale della Chiesa non è solo di carattere organizzativo ma prevede accorpamenti e snellimenti; per esempio la Segreteria di Stato diventa "Segreteria papale", non ci sarà più la Congregazione per la Dottrina della fede, com'era nella 'Pastor Bonus' di papa Wojtyla, ma il nuovo Dicastero per l'Evangelizzazione che accorperà gli attuali Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli - ex Propaganda Fide - e Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione e sarà direttamente presieduto dal Papa. 

Rinnovato il Dicastero per la Carità

Nasce un Dicastero per il Servizio della Carità, l'ex Elemosineria Apostolica, guidato in veste di prefetto dall'Elemosiniere di Sua Santità. In un unico Dicastero per la Cultura e l'Educazione vengono accorpati il Pontificio Consiglio della Cultura e la Congregazione per l'Educazione Cattolica. 

Una svolta radicale?

L'aspetto di svolta radicale sta nei possibili ruoli di vertice dei laici nel governo della Chiesa, già sperimentati da qualche anno, ad esempio nel Dicastero per la Comunicazione, ma che nella 'Praedicate Evangelium'  trovano definitiva collocazione in sede normativa. Un processo di apertura alla società viva che in realtà la Chiesa concepisce da non poche decine d' anni. Un cambiamento che attinge a una prospettiva finora del tutto inedita, ma che si innesta nella teologia sul laicato del Concilio Vaticano II. 

"Qualunque fedele può presiedere un Dicastero o un Organismo, attesa la peculiare competenza, potestà di governo e funzione di quest'ultimi"
recita la 'Praedicate Evangelium' nei "Principi e criteri per il servizio della Curia romana"

Insomma, tutti - e dunque anche fedeli laici e laiche - possono essere nominati in ruoli di governo della Curia. Ma con le innovazioni non ci si ferma qui. 

Non ci saranno più cariche senza fine e posizioni 'intoccabili' di potere. Per i chierici e i religiosi in servizio nella Curia romana il mandato è quinquennale e può essere rinnovato solo per un secondo quinquennio, concluso il quale si dovrà tornare alle rispettive diocesi e comunità.

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