La Spagna fatica a trovare camerieri da impiegare nel settore alberghiero

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La carenza di personale rischia di compromettere la ripresa economica

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Dopo due anni segnati dalla pandemia, la Spagna si prepara alla sua prima estate senza restrizioni.

Tuttavia, la tanto attesa ripresa del settore turistico e dell'ospitalità deve fare i conti con l'ultimo ostacolo, considerata la difficoltà nel trovare camerieri.

"Le proiezioni - afferma Juan José Blardony, presidente dell'associazione Hostelería Madrid - dicono che il turismo crescerà e che abbiamo bisogno di più personale.

Ma quando andiamo sui mercati del lavoro e cerchiamo di assumere nuovi dipendenti, succede che non riusciamo a trovare professionisti qualificati per lavorare in cucina o servire ai tavoli".

La carenza

Il settore alberghiero avrebbe bisogno di 50.000 lavoratori in più nel 2022 per soddisfare la crescente domanda, ma la carenza di manodopera riguarda tutti i settori dell'economia.

"La mancanza di candidati per determinati lavori - dice il giornalista Jaime Velazquez - è una tendenza comune in Europa e nel mondo industrializzato.

Ma la Spagna ha anche uno dei tassi di disoccupazione più alti dell'Unione europea: tre milioni di spagnoli sono senza lavoro e ciononostante continuano a non presentarsi".

Le "grandi dimissioni"

Milioni di lavoratori negli Stati Uniti hanno abbandonato il posto di lavoro dopo la pandemia, fenomeno noto come "le grandi dimissioni": in pratica, le persone sono alla ricerca di lavori più significativi e meglio retribuiti.

"La flessibilità e i vantaggi collaterali che il lavoro offre - dice Juanvi Martínez, dirigente Mercer Consulting - giocano un ruolo molto importante quando si tratta di prendere decisioni.

Si tratta di capire come il mio lavoro possa integrarsi nel mio stile di vita, e non il contrario".

Il gatto che si morde la coda

In Spagna 165.000 lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione godono del sussidio di disoccupazione: questo fa pensare che non trovino abbastanza interessanti le attuali offerte di lavoro, oppure che siano semplicemente disposti a spostarsi in un altro settore.

"Più che di 'grandi dimissioni' in Spagna - ribadisce Martinez - dovremmo parlare di 'grande rotazione': stiamo vedendo che i lavoratori cambiano volontariamente lavoro alla ricerca di condizioni lavorative diverse".

Complessivamente, nei prossimi anni l'economia spagnola dovrebbe creare 700.000 nuovi posti di lavoro, che però rimarranno vacanti.

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