L'Alto commissario Onu in Cina per una valutazione sui diritti umani. Ma Pechino non gradisce

L'Alto commissario Onu Michelle Bachelet e il presidente della Cina Xi Jinping
L'Alto commissario Onu Michelle Bachelet e il presidente della Cina Xi Jinping Diritti d'autore Yue Yuewei/Xinhua
Diritti d'autore Yue Yuewei/Xinhua
Di Gianluca Martucci
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L'Alto commissario Onu Michelle Bachelet ha chiesto libero accesso nello Xinjiang nei giorni in cui alcuni hacker hanno mostrato cosa succede alle minoranze musulmane nei campi di rieducazione cinesi

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"Sulla difesa dei diritti umani nessuno può avere l'arroganza di far scuola alla Cina". Lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping durante una videoconferenza con l'Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Michelle Bachelet, che da lunedì 23 maggio sta visitando diverse zone della Cina in quella che è la prima visita di un Alto Commissario Onu per i diritti umani dal 2005. Il presidente cinese ha voluto sottolineare che il suo Paese ha fatto numerosi progressi nel campo, criticando chi vuole politicizzare la questione.

Né il leader cinese e né il diplomatico dell'Onu hanno fatto riferimento alla fuga di informazioni che martedì ha svelato gli abusi sistematici commessi nei confronti di migliaia di membri della minoranza musulmana degli uiguri nei campi di rieducazione dello Xinjang, una regione che rientra tra quelle che Bachelet sta visitando con l'auspicio di effettuare una valutazione indipendente sulla protezione dei diritti fondamentali.

Si apre il vaso di pandora

In questi campi di internamento la polizia è autorizzata a uccidere chi prova a scappare, dicono i report. Pechino qualifica le affermazioni che hanno seguito la pubblicazione dei report ottenuta grazie al lavoro di attivisti hacker come "diffamazioni". Il contenuto del cache di file della polizia rivelato ai media occidentali, (il primo materiale di immagini in assoluto dall'interno delle strutture di detenzione mai rivelato), contiene i video degli abusi commessi su circa tremila persone, tra cui sono compresi bambini. Dai fascicoli ufficiali emerge un protocollo interno della polizia che rivela "il posizionamento di mitragliatrici e fucili di precisione nelle torri di guardia e l'esistenza di una politica di sparatorie per chi cerca di scappare"

Diversi studi redatti in Occidente parlano di un milione di uiguri e di altre minoranze musulmane incarcerati nei campi di rieducazione e costretti a lavori forzati e pratiche di sterilizzazione forzata. Per Washington è genocidio. Per Pechino è "la menzogna del secolo".

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