Il lungometraggio ucraino racconta un periodo che, pur essendo stato il preludio della guerra che da 3 mesi tiene l'Europa col fiato sospeso, fu quasi ignorato dal mondo
È un'immersione negli anni ignorati della guerra del Donbas Butterfly Vision, lungometraggio del regista ucraino **Maksim Nakonechnyi,**già in odore di premio per la sezione Un certain regard del festival di Cannes: la storia di Lila - soprannominata "butterfly" per aver pilotato droni militari - un'ex prigioniera di guerra, stuprata e messa incinta da uno dei suoi carcerieri che sarà costretta a convivere con i con i flashback dello stress post-traumatico.
"Siamo andati a girare in prima linea - racconta l'attrice protagonista Rita Burkovska - ed è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita, perché quando conosci questo tipo di paure, la paura della tua vita, vedrai tutto in modo assolutamente diverso"
Nakonechnyi haavuto l'idea per il film, suo primo lungometraggio, durante la realizzazione di un documentario sugli 8 lunghi anni della guerra di logoramento nella regione ucraina del Donbas: "Per una tragica coincidenza - racconta a Euronews - una delle protagonisti di quel documentario si trova realmente in prigionia adesso. Si chiama Julia Payevska, nome in codice Tayra, ed era un paramedico volontario. E, in quanto tale, non dovrebbe essere trattata come prigioniera di guerra, quindi ne chiediamo l'immediato rilascio"
Il giovane regista ha definito surreale l'esperienza a Cannes, divisa tra l'emozione per un possibile premio e l'ansia per la guerra in patria