Ucraina, la guerra vista dai civili: Euronews incontra i residenti di Shevchenkove, vicino a Kherson

Il commovente abbraccio tra Svetlana e la giornalista Anelise Borges.
Il commovente abbraccio tra Svetlana e la giornalista Anelise Borges. Diritti d'autore Euronews
Di Anelise Borges, inviata in Ucraina
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"Non vogliamo questa guerra, vogliamo la pace", dicono i cittadini di Shevchenkove, villaggio ucraino vicino a Kherson, una delle città-chiave della guerra russo-ucraina. E non vogliono lasciare le loro case

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SHEVCHENKOVE (UCRAINA) - La battaglia per Kherson è il centro degli sforzi bellici dell'Ucraina nel sud del Paese.

Ci è stato permesso di avvicinarci alle linee del fronte di una guerra condotta villaggio per villaggio, che distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino

La strada che attaversa Shevchenkove porta in Crimea, territorio che l'Ucraina ha perso nel 2014.
I residenti raccontano di essere rimasti per proteggere ciò che resta delle loro case e del loro Paese.

Svetlana, in lacrime:
"Cosa posso dirvi... Pietra dopo pietra, abbiamo costruito queste case con le nostre mani. Lasciare tutto questo è molto difficile per noi. Molto difficile. Non vogliamo questa guerra. Vogliamo stare in pace".

Euronews
"Non vogliamo questa guerra".Euronews

La tensione è opprimente.
Tutti qui sono al limite, non ce la fanno più.

Ma noi dobbiamo continuare a muoverci e in fretta. Il bombardamento è costante e, secondo le truppe ucraine, indiscriminato.

I soldati ci mostrano una scuola locale bombardata dai russi durante il conflitto.

L'inviata di Euronews, Anelise Borges, chiede: "In questo momento, i russi che tipo di munizioni usano?"

Risponde Oleksiy Mishchenko, Ufficiale degli affari pubblici del comando militare meridionale dell'Ucraina: "Bombe a grappolo, artiglieria, mine, carri armati, fucili. Tutto quello che hanno. E sparano a caso. Non hanno un obiettivo speciale".

Euronews
L'inviata di Euronews, Anelise Borges, sull'auto con il suo accompagnatore ucraino.Euronews

Le munizioni a grappolo sono vietate da un trattato internazionale.

Più avanti, lungo la strada, incontriamo i residenti che si riuniscono per ricevere gli unici mezzi di sopravvivenza di questi giorni.

Andriy, cappellano militare: "Sì, portiamo spesso gli aiuti. Siamo stati qui ieri. Il 4 maggio, il 16... Consegniamo a tutte le famiglie. Pasta, maccaroni, panini...".

Per aiutare queste persone, Andriy sta rischiando grosso

"Ci hanno sparato... La settimana scorsa, quando stavamo evacuando le persone da qui", spiega.

Euronews
Andriy, il cappellano militare, sorride. Nonostante tutto.Euronews

Mentre la gente continua a fare la fila, iI fuoco dell'artiglieria si avvicina di nuovo. Dobbiamo spostarci, alla svelta.

Ci lasciamo alle spalle coloro che dicono che rimanere è una loro scelta. 

"Siamo persone fiduciose e testarde e aspettiamo che i russi vengano cacciati. Questa è la mia casa. Non voglio darla a loro", racconta Liubna.

Liubna e il marito Leonid trascorrono tutte le notti nel loro buio scantinato, un vero e proprio rifugio.
Accanto a mucchi di barattoli con verdure raccolte.

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Può fare freddo, dicono, ma almeno è un posto sicuro.
E, soprattutto, sono a casa loro.

Euronews
"Questa è casa mia e non la voglio lasciare ai russi", dice la battagliero Liubna.Euronews

Risorse addizionali per questo articolo • Edizione italiana: Cristiano Tassinari

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