La morte della giornalista di Al Jazeera. L'Unione europea chiede un'indagine trasparente

La morte di Shireen Abu Akleh
La morte di Shireen Abu Akleh Diritti d'autore Abbas Momani/AP
Diritti d'autore Abbas Momani/AP
Di Debora Gandini
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L’uccisione della giornalista di Al Jazeera in Cisgiordania. Scambio di accuse tra Israele e Autorità nazionale palestinese. Un’inchiesta per chiarire quanto accaduto

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Da una parte la condanna della comunità internazionale, dall’altra lo sdegno e la rabbia per la morte della giornalista palestinese-americana di Al-Jazeera. Shireen Abu Akleh è stata colpita da spari alla testa nel corso di scontri fra miliziani ed esercito israeliano nel campo profughi di Jenin in Cisgiordania.

Da Ramallah a Gaza si protesta contro lo stato ebraico mentre Unione europea e Nazioni Unite chiedono un'indagine approfondita e indipendente per chiarire al più presto tutte le circostanze di quanto accaduto e che i responsabili siano assicurati alla giustizia, come ha sottolineato anche Sven Kühn von Burgsdorff, capo missione di Bruxelles in Cisgiordania e Gaza.

L’Autorità Nazionale Palestinese, come l'emittente del Qatar accusa i militari israeliani di averla "uccisa a sangue freddo" mentre il premier israeliano Naftali Bennett punta il dito contro i palestinesi. "Sulla base delle informazioni preliminari di cui disponiamo c'è una possibilità che la giornalista sia rimasta vittima dei miliziani armati, ha detto Bennett. Per scoprire la verità deve esserci un'indagine reale che l’ANP al momento non vuole.”

Anche un altro giornalista palestinese, Ali Smoudi, è stato colpito e ferito. "Avrebbero potuto sparare anche a me", afferma al The Guardian, Shatha Hanaysha, una giornalista di Quds Network che ha assistito all'omicidio. "Anche dopo che Abu Akleh era caduta, i soldati israeliani continuavano a sparare e nessuno di noi era in grado di raggiungerla. Alla fine un ragazzo è venuto a salvarci, ha aiutato me a uscire dal marasma e siamo riusciti a recuperare il corpo". 

Erano sette i giornalisti in totale. Indossavano tutti l'equipaggiamento da giornalisti, con la scritta "press", ed erano passati anche davanti all'esercito israeliano, cosi che i soldati potessero riconoscerli.

L’Autorità Nazionale Palestinese ha respinto e rifiutato la partecipazione di qualsiasi israeliano a questo genere di indagini. “Devono essere portati davanti al Tribunale internazionale. Chiediamo alla Corte internazionale di giustizia di aprire un’inchiesta sull’uccisione di Shireen e su altri crimini commessi contro i palestinesi». Si è espresso così il portavoce dell’Autorità palestinese, Ibrahim Milhim all’emittente al-Jazeera.

Intanto davanti all’abitazione della reporter a Gerusalemme si sono radunati amici e colleghi. Shireen Abu Akleh, 51 anni, ad Al-Jazeera è stata tra le prime corrispondenti dal campo, diventando famosa in tutto il Medio Oriente per i suoi reportage sul conflitto israelo-palestinese.

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