A sostituire la sovrana novantaseienne, assente per la prima volta in quasi 60 anni a causa di problemi di salute, c'era il figlio Carlo.
Per la prima volta in 59 anni la regina Elisabetta II non era presente in occasione del Queen's Speech, un appuntamento istituzionale capitale per la politica britannica. A sostiuire la sovrana novantaseienne, assente a causa di problemi di salute, c'era il figlio Carlo. Le altre due assenze di Elisabetta, nel 1959 e nel 1963, erano dovute alle gravidanze della regina.
L'eterno erede al trono ha partecipato alla cerimonia con tutta la solennità del protocollo e ha pronunciato il Queen's speech, il programma del governo presentato a camere riunite in occasione di ogni nuova sessione parlamentare.
Il trono centrale è rimasto vuoto
L'assenza di Elisabetta II, legata secondo la famiglia Windsor solamente a ragioni mediche, non è però un segnale di debolezza della monarca. Nell'aula, infatti, **lo spazio del trono centrale, riservato alla regnante in carica, è rimasto vuoto.**Il principe di Galles ha occupato uno scranno alla destra di esso, con accanto da un lato Camilla e dall'altro William, presente al lato di suo padre in veste di secondo nella linea di successione.
Una maniera simbolica di sottolineare che Elisabetta è ancora saldamente presente alla testa della monarchia.
Cos'è il "Queen's speech"?
Al contrario di quanto la sua denominazione potrebbe lasciare intendere, il Queen's speech non è un discorso scritto dal sovrano. Si tratta della dichiarazione di politica generale dell'esecutivo, letto per l'inaugurazione di ogni nuova sessione di lavori parlamentari.
Il regnante (o, in questo caso, il suo sostituto) è tenuto a leggere questo discorso di politica generale scritto dal governo con un tono uniforme, per non venire meno al suo dovere di neutralità verso l'esecutivo. La tradizione vuole anche il Queen's Speech si tenga davanti alla camera dei Lord, camera alta non elettiva, poiché i reali non hanno accesso alla Camera dei Comuni come segno di rispetto verso la democrazia e la sovranità popolare britannica.