Il Libano va alle urne nel pieno di una crisi nazionale epocale

Cartellone politico a Beirut
Cartellone politico a Beirut Diritti d'autore AFP
Di euronews
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Emerge una nuova classe politica di giovani che in Libano vogliono un cambiamento al potere ma i vecchi partiti presidiano ancora le istituzioni nel pieno di una crisi economica e sociale epocale

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Rush finale per il Libano prima delle elezioni generali di domenica. Nonostante l'eventuale sopravvivenza dei vecchi partiti le giovani generazioni intendono avere voce in capitolo. È il caso di Verena El-Amil. Questa avvocatessa venticinquenne è fra i numerosi candidati indipendenti in corsa. Nel 2019 ha protestato contro l'élite libanese. Oggi vuole combatterla alle urne.

Una difficile lotta

"Credo in questo paese - spiega El-Amil -  i libanesi meritano una vita migliore. Potrei semplicemente andarmene e dire che preferisco concentrarmi sulla mia vita. Ma possiamo anche scegliere di dire no, di combatteremo lo status quo. Specialmente dopo la rivoluzione. Non partiremo, non lasceremo il Paese a loro. E se non ora quando? E se non siamo noi, chi s'incaricherà del cambio?": conclude Verena El Amil.

Il difficile cammino dell'opposizione

Dall'ultimo scrutinio del 2018, il numero di candidati in corsa che si oppongono ai partiti storici è più che raddoppiato.I candidati indipendenti o di opposizione rappresentano 284 dei 718 candidati in corsa. Nel 2018 un solo candidato indipendente aveva ottenuto un seggio. Anche quest'anno la vittoria sarà ardua, l'opposizione non è riuscita a radunare un cartello di candidati per il cambiamento e c'è chi ha deciso di gettare la spugna. "Combattere il regime politico libanese è molto difficile. Non puoi sfidarlo in modo disordinato e disorganizzato. Ma non possiamo semplicemente incolpare i gruppi di opposizione. Sono nuovi gruppi moderni che stanno ancora facendo esperienza e si sviluppano". Racconta Maher Abou Chakra che è un attivista libanese.

Un grande test per il cambiamento

Questo voto sarà il primo grande test elettorale dalla rivolta popolare del 2019 e dalla profonda crisi economica che ha precipitato nella povertà l'80% della popolazione. Interviene inoltre in un contesto di rifiuto della classe politica accusata di corruzione, irresponsabilità, pessima gestione della cosa pubblica. Un risentimento che si è amplificato dopo l'esplosione del porto di Beirut, nell'agosto 2020, con la morte di 218 persone e la distruzione delle grandi infrastrutture del Libano. Questa crisi politica impedisce l'adozione di profonde riforme richieste dalla comunità internazionale che avrebbero l'obiettivo di consentire l'erogazione di sostanziali aiuti (vitali) per il Paese. Quasi quattro milioni di elettori sono chiamati alle urne questa domenica 15 maggio 2022 per rinnovare il parlamento libanese.

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