USA, impianti convertono il gas in forma liquida per rifornire l'Europa

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Quest'anno, gli Stati Uniti si sono impegnati ad aumentare la fornitura di gas all'Europa di 15 miliardi di metri cubi

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Sulla costa della Louisiana, negli Stati Uniti, gli impianti di gas lavorano a pieno ritmo, con l'obiettivo di fornire gas liquefatto all'Europa come alternativa al gas russo.

Questi impianti convertono il gas in forma liquida per ridurne il volume, in modo che possa essere trasportato in grandi navi verso il Vecchio Continente.

"Quello che vedete dietro di me - dice Eric Festa, direttore delle attività industriali LNG di Total Energies - è una petroliera LNG, una nave che trasporta gas naturale liquefatto per facilitarne il trasporto.

Avremo sempre più navi di questo tipo nei nostri porti francesi ed europei per garantire la sicurezza energetica dell'Europa".

Quest'anno, gli Stati Uniti si sono impegnati ad aumentare la fornitura di gas all'Europa di 15 miliardi di metri cubi.

"Nei primi tre mesi del 2022 - ribadisce Festa - le importazioni dagli Stati Uniti hanno già raggiunto i livelli dell'anno scorso: quindi, nel corso dell'anno, probabilmente triplicheremo o addirittura quadruplicheremo le importazioni di gas liquefatto americano".

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Ma questo gas americano può davvero essere un'alternativa al gas russo? Gli analisti prevedono lo sia solo nel breve-medio termine e solo parzialmente, perché nonostante l'incremento, compenserà a malapena il 10% delle forniture russe.

Inoltre, il gas liquefatto ha degli svantaggi: il trasporto via nave è più costoso e sono necessari impianti di rigassificazione, per riportare il carburante allo stato gassoso.

Questi impianti sono concentrati nell'Europa meridionale e, in particolare, in Spagna, in cui sono presenti sette impianti che rappresentano il 25% della capacità di rigassificazione dell'Unione europea.

Tuttavia, la Germania, uno dei Paesi più esposti al gas russo, non ha alcun impianto e sta progettando rapidamente di costruirne due.

Nel frattempo, il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, punta sulla forza del blocco comunitario per far fronte alla situazione.

"Abbiamo la capacità di ripompare le forniture di gas - dice Borrell - e di distribuirle tra di noi, perché non è un transito a senso unico: all'interno della rete europea, il gas può fluire da un Paese all'altro".

Il presidente americano, Joe Biden, promette più aiuti all'Europa.

"Stiamo lavorando con altre Nazioni come la Corea, il Giappone, il Qatar e altri per sostenere il nostro sforzo di aiutare gli alleati europei minacciati dalla Russia con il gas e il ricatto.

I loro bisogni energetici verranno soddisfatti in altri modi: l'aggressione non vincerà, le minacce non vinceranno".

I Paesi più dipendenti dal gas russo in Europa orientale e nei Balcani stanno cercando urgentemente fornitori alternativi in un mercato molto ristretto: l'Unione europea sta negoziando, tra gli altri, con Qatar, Norvegia e Azerbaigian.

La minaccia ha preso forma con il taglio delle forniture di gas russo alla Polonia e alla Bulgaria: alcune città polacche stanno già affrontando forniture di gas intermittenti, in seguito alle sanzioni imposte dalle autorità polacche ai fornitori di energia legati alla Russia. 

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