I palloncini della speranza. Gita al Museo per I piccoli pazienti ucraini del Bambino Gesù di Roma

Museo della Mongolfiera, Roma
Museo della Mongolfiera, Roma Diritti d'autore screenshot
Di Debora Gandini
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Alcuni piccoli pazienti ucraini e italiani dell’ospedale Bambino Gesù di Roma hanno preso d’assalto e distrutto un carro armato fatto di palloncini al Museo della Mongolfiera

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Una giornata di spensieratezza e di gioia. Alcuni piccoli pazienti ucraini e italiani dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma hanno preso d’assalto e distrutto un carro armato fatto di palloncini. Insieme alle loro famiglie i bimbi, con problemi oncologici e neurologici, hanno fatto visita al Museo della Mongolfiera nel centro della capitale italiana.

L’opera in mostra per l’occasione è stata bucata e fatta in mille pezzi, un gesto contro la guerra in corso ma anche un modo per dare speranze ai genitori di questi bimbi malati, molti provenienti proprio dall’Ucraina, come ci ha spiegato Pietro Trifari, Presidente di Tabor International:"Oggi i bambini ricoverati nell'ospedale pediatrico Bambino Gesù possono stare insieme con le loro famiglie. Abbiamo voluto creare questo evento per permettere a questi piccoli di stare tutti insieme. Spesso i bambini sono in qualche modo isolati in ospedale e anche i parenti non possono entrare, a causa al COVID-19.”

A fine marzo la star di Hollywood Angelina Jolie aveva fatto visita all'Ospedale Bambino Gesù di Roma per incontrare i bambini ucraini arrivati in Italia, ma anche i medici e gli infermieri che si prendono cura di loro. Secondo l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati si tratta della crisi dei rifugiati con la crescita più esponenziale dalla seconda guerra mondiale ad oggi. Secondo l**'Unicef,** circa 4,8 milioni dei 7,5 milioni di bambini ucraini sono stati sfollati dall'inizio della guerra". 

Il Bambino Gesù di Roma, uno dei più principali ospedali del centro Italia, dall’inizio del conflitto ha curato quasi 500 bambini ucraini. 30 sono ancora ricoverati mentre altri settanta, dimessi dopo le cure, sono ospitati in famiglie affidatarie in coordinamento con la struttura.

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