La Slovenia sceglie il cambiamento. Il premier Janša sconfitto dal Partito della Libertà

Il Partito della Libertà vince le Parlamentari in Slovenia
Il Partito della Libertà vince le Parlamentari in Slovenia Diritti d'autore Darko Bandic/Associated Press.
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Di Giulia Avataneo Agenzie:  AFP
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La Slovenia sceglie il cambiamento. Il premier Janša sconfitto dal Partito della Libertà

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Il Movimento per la Libertà guidato dall'ex dirigente d'impresa** Robert Golob** ha vinto le elezioni parlamentari in Slovenia con il 34,5%, battendo il Partito democratico sloveno guidato dal premier uscente, il populista** Janez Janša,** fermo al 24,5%.

"Un'affluenza così alta, del 68%, non si vedeva da vent'anni  - ha detto Robert Golob, che positivo al coronavirus, ha festeggiato a distanza - È il segno che la gente vuole il cambiamento e che ha fiducia in noi per portare questi cambiamenti. Non dimenticate che dalla speranza nascono le aspettative. E dalle speranze nascono le nostre responsabilità. Libertà!"

Verso un governo di coalizione

Il partito d'ispirazione liberale e ecologista potrebbe ora formare un nuovo governo insieme alle forze di sinistra, allontanando le aspirazioni di un quarto mandato per il primo ministro Janša.

"Non ci comporteremo mai come l'opposizione negli ultimi due anni - è stata la sua reazione - La Slovenia ha dovuto affrontare una pandemia e dall'altra parte abbiamo visto di tutto tranne che sostegno e cooperazione. Anche all'opposizione, il Partito democratico sloveno si comporterà in modo diverso e rispettoso delle istituzioni".

Il Movimento per la Libertà di Golob, nato a gennaio, in pochi mesi ha saputo raccogliere il dissenso nei confronti del governo Janša, e le preoccupazioni per il rispetto dello stato di diritto più volte sollevate da Bruxelles.

La voce del dissenso

L'opposizione accusa il premier di autoritarismo da quando è tornato al potere nel 2020 e di mettere a rischio le istituzioni democratiche e la libertà di stampa, come il suo alleato Viktor Orban nella vicina Ungheria.

Con più della metà dei voti contati, nel paese di circa due milioni di persone, il Movimento per la Libertà (GS) si è attestato a quasi il 33% dei voti rispetto al 25% del Partito Democratico Sloveno di Janša.

Golob, 55 anni, ex manager della società elettrica slovena, ha promesso di ripristinare la "normalità" e ha presentato le elezioni come un "referendum sulla democrazia".

Janša, 63 anni, ammiratore di Donald Trump, ha fatto una campagna su promesse di stabilità. "Le elezioni decideranno come la Slovenia si svilupperà non solo nei prossimi quattro anni, ma nel prossimo decennio, dato che sono stati avviati molti progetti", ha detto ai giornalisti votando domenica.

Affluenza alta

Gli analisti si aspettavano un aumento dell'affluenza come segnale di sconfitta del partito di governo.

"Spero che la situazione cambi... È ovvio che la maggior parte della gente non è soddisfatta di questo governo e del modo in cui sta lavorando", ha detto all'AFP Sara Rigler, una studentessa di psicologia di 21 anni, in un seggio elettorale nella capitale Lubiana domenica.

Uros Esih, editorialista di Delo, uno dei principali quotidiani sloveni, ha detto all'AFP  che le elezioni rappresentano un "punto di rottura" e un confronto  fra "forze politiche liberali e illiberali" nel Paese balcanico.

Punto di rottura

L'ascesa di Golob è iniziata quando ha preso il controllo del piccolo partito dei Verdi, senza seggi parlamentari in Slovenia, ribattezzandolo "Partito della Libertà".

Da quel momento decine di migliaia di persone hanno iniziato a manifestare regolarmente contro il governo, mentre Janša veniva criticato da Bruxelles per i fondi tagliati all'agenzia di stampa nazionale. Anche se il primo ministro sloveno è stato tra i primi leader stranieri a recarsi a Kiev, il 15 marzo, dopo l'invasione russa dell'Ucraina, la guerra non è mai stata al centro della sua agenda politica.

Jansa è già stato primo ministro tra il 2004 e il 2008, e il 2012 e il 2013. Durante il secondo mandato è stato costretto a lasciare il paese da un'inchiesta per corruzione. Le elezioni hanno suggellato una scelta tra "democrazia e autocrazia", ha scritto Igor Krsinar, editorialista di Reporter Magazine, una rara voce conservatrice fuori dal coro.

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