Al via la Biennale di Venezia, che vuole registrare gli ingressi al centro storico

La 59esima edizione della Biennale di Venezia comincia il 23 aprile
La 59esima edizione della Biennale di Venezia comincia il 23 aprile Diritti d'autore AP Photo
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La 59esima edizione non ospiterà il padiglione russo, dopo le dimissioni dei suoi rappresentanti. Per la prima volta nella storia, più artiste donne che uomini. In estate partirà una sperimentazione per regolare il turismo pendolare sulla laguna

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Comincerà sabato 23 aprile la 59esima Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, uno degli eventi più prestigiosi al mondo del settore, che per sette mesi trasforma la città in un grande museo a cielo aperto tra i Giardini e l'Arsenale.

Alle cosiddette "le Olimpiadi del mondo dell'arte", partecipano 89 padiglioni nazionali, ognuno dei quali rappresenta un Paese, che si occupa di finanziarne i costi di mantenimento e installazione. Finlandia, Norvegia e Svezia gestiscono insieme lo stesso spazio, dedicato ai Paesi Nordici.

La Biennale e la guerra

Tra questi, c'è il padiglione dell'Ucraina, nonostante le difficoltà logistiche causate dalla guerra, con l'opera del suo rappresentante Pavlo Makov bloccata in patria a lungo. In omaggio al Paese colpito dal conflitto, la Biennale ha istituito anche “Piazza Ucraina“, progettata dall’architetta ucraina Dana Kosmina. Si tratta di uno spazio espositivo gestito da Borys Filonenko, Lizaveta German, Maria Lanko, curatori del Padiglione Ucraina, realizzato con la collaborazione dell’Ukrainian Emergency Art Fund (UEAF) e della Victor Pinchuk Foundation e allestito allo Spazio Esedra dei Giardini della Biennale.

Lo scopo di questo progetto è dar voce agli artisti e alla comunità artistica dell’Ucraina, “per esprimere solidarietà con la popolazione all’indomani della brutale invasione da parte del governo russo e creare uno spazio che possa essere luogo di dibattito, dialogo e sostegno alla cultura ucraina“, si legge sul sito della manifestazione.

Proprio a causa della guerra in corso, non ci sarà il padiglione russo: dopo l'invasione si sono dimessi il curatore Raimundas Malašauskas e gli artisti Kirill Savchenkov e Alexandra Sukhareva, spiegando di non poter proseguire alla luce di quanto avviene nell'Europa orientale.

“Non c’è nulla da dire, non c’è posto per l’arte quando i civili muoiono sotto le bombe, quando la popolazione ucraina si nasconde nei rifugi, quando i dissenzienti russi sono ridotti al silenzio“, ha affermato Savchenkov, motivando la sua decisione.

“Chi gestisce il padiglione russo alla Biennale rappresenta in quel momento il governo di Mosca e quindi capisco che il curatore e gli artisti non volessero avere questo peso e questo marchio per tutta la loro vita“, le parole della curatrice della Biennale Cecilia Alemani, che comunque difende il diritto di esporre arte in un momento così drammatico per la storia mondiale.

“Il latte dei sogni“

“Il latte dei sogni“ è il titolo della mostra principale, che prende il titolo da un libro di favole della surrealista britannica Leonora Carrington r intende ridefinire i limiti della condizione umana, in un epoca segnata da una tecnologia pressante, da tensioni sociali incontrollabili e disastri ambientali imminenti. Ci provano, con le loro opere, più di duecento artisti provenienti da 61 Paesi, 180 dei quali sono alla loro prima esperienza a Venezia.

“Molte artiste e artisti contemporanei stanno immaginando una condizione postumana, mettendo in discussione la visione moderna e occidentale dell’essere umano – in particolare la presunta idea universale di un soggetto bianco e maschio, “uomo della ragione” – come il centro dell’universo e come misura di tutte le cose“, scrive la curatrice nella presentazione.

“Al suo posto, contrappongono mondi fatti di nuove alleanze tra specie diverse, abitati da esseri permeabili, ibridi e molteplici, come le creature fantastiche inventate da Carrington. Sotto la pressione di tecnologie sempre più invasive, i confini tra corpi e oggetti sono stati completamente trasformati, imponendo profonde mutazioni che ridisegnano nuove forme di soggettività e nuove anatomie“.

Per la prima volta nei suoi 127 anni di storia, la Biennale presenta una maggioranza di artiste donne e soggetti non binari, un deliberato ridimensionamento della centralità del ruolo maschile nel mondo dell’arte e della cultura, come spiega la curatrice.

Ma se, anche grazie alla Biennale, Venezia è un museo a cielo aperto, presto per visitarla servirà una prenotazione, e in futuro molto probabilmente anche un biglietto. Quest'estate infatti comincerà una sperimentazione, che prevede la registrazione obbligatoria su una piattaforma informatica per tutti i turisti in arrivo in città, ha annunciato il sindaco lagunare Luigi Brugnaro.

Registrazione necessaria

Dalla registrazione saranno esenti i turisti che pernottano negli alberghi veneziani e ovviamente i residenti della città metropolitana, ma non gli abitanti del resto del Veneto. Registrandosi, i visitatori accederanno a sconti per eventi, musei e mezzi pubblici, mentre al momento non è prevista nessuna sanzione per gli inadempienti.

Il vantaggio per il comune di Venezia è la possibilità di monitorare in tempo reale l' afflusso nel centro storico: non un dettaglio secondario per la città lagunare, che solo nei giorni di Pasqua ha fatto registrare quasi 400mila ingressi.

Turismo di qualità

L'obiettivo a lungo termine di questa iniziativa è chiaro: regolamentare e scoraggiare il turismo pendolare, che porta mgiliaia di persone a visitare Venezia in giornata, senza dormire negli alberghi cittadini. Un tipo di turismo che sicuramente conviene di meno all 'economia locale, come ha fatto capire tra le righe anche l' assessore al Turismo Simone Venturini.

"ll Covid19 ha cambiato i sentimenti e la percezione di cosa sia il turismo, nel mondo e anche a Venezia. Quindi, vogliamo meno quantità e più qualità. Per arrivarci ci vuole un lungo processo, che è iniziato due anni fa. Avremo una fase sperimentale, a partire da quest'estate con la prenotazione delle visite. Venezia è la prima città al mondo a mettere a punto un sistema così complesso e ciò richiede un lungo periodo di sperimentazione".

Pareri favorevoli sono arrivati anche dal presidente della regione Veneto Luca Zaia e da Confesercenti:"Condividiamo la proposta dell'assessore Simone Venturini sul cominciare da subito con la prenotazione come strumento incentivante del turismo di qualità".

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