Elezioni in Francia, i programmi di Macron e Le Pen a confronto

Il presidente uscente Emmanuel Macron
Il presidente uscente Emmanuel Macron Diritti d'autore AP Photo/Lewis Joly, Pool
Diritti d'autore AP Photo/Lewis Joly, Pool
Di Samuele Damilano
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Meno di una settimana dal secondo turno per eleggere il prossimo presidente della Repubblica francese. I due sfidanti si presentano con programmi che, sulla maggioranza dei temi, sono diametralmente opposti

PUBBLICITÀ

Sarà un'altra volta Emmanuel Macron contro Marine Le Pen. Come cinque anni fa. Ma i due candidati nel frattempo sono cambiati, così come le sfide da affrontare, a partire dall'invasione russa dell'Ucraina e dalle difficoltà economiche post pandemia.

Il presidente uscente aveva vinto nel 2017 con la promessa di rinnovare la politica francese, e aveva sconfitto una candidata giudicata inaccettabile per le sue idee di estrema destra; oggi lo stesso Macron viene considerato nello spazio politico di centro destra e Le Pen, aiutata dalla presenza al primo turno del candidato ancora più estremista, Éric Zemmour, vuole apparire moderata. Ha affermato a più riprese di non essere la stessa di cinque anni fa. E Il voto utile questa volta potrebbe non bastare a Macron.

Ecco allora le proposte sui principali temi nei programmi elettorali dei due candidati.

Guerra e Nato

All'indomani della guerra alle porte dell'Europa, il rapporto con l'Alleanza atlantica e con la Russia dei due sfidanti avrà un peso ancor più determinante nel voto dei cittadini francesi. Dopo un primo momento in cui sembrava aver favorito Macron, al 30 per cento nei sondaggi a inizio marzo, la candidata del Rassemblement national ha sfruttato i suoi impegni diplomatici per dipingerlo come un candidato renitente al dibattito e ad affrontare i problemi delle persone, per porsi lei stessa come la politica più vicina ai cittadini francesi.

Il presidente uscente, che nel 2019 aveva definito la Nato in uno stato di "morte cerebrale", ha affermato che oggi "riacquisisce centralità con il suo ruolo di organizzazione militare difensiva, più importante che mai". É favorevole all'invio di armi per supportare gli ucraini e all'imposizione di sanzioni per indebolire l'economia russa.

Al contrario, la candidata del Rassemblement national, che in passato non ha mancato di rimarcare la sua ammirazione per Vladimir Putin, vuole uscire dal commando integrale militare della Nato. É anche contro un incremento delle sanzioni che, a suo parere, avrebbero ripercussioni troppo dure sulla vita quotidiana dei francesi.

Unione europea

Macron, nel semestre di presidenza francese del Consiglio dell'Unione europea, vuole un'Ue "ancora più forte, in grado di combattere i regimi autoritari e antidemocratici". Auspica una difesa e una politica estera comune e, in generale, una maggiore integrazione degli Stati membri.

Al contrario, Le Pen, che ha accantonato la proposta di abbandonare l'euro e l'Unione europea, propone un referendum per affermare la superiorità del diritto nazionale su quello di "una struttura sovranazionale e illegittima". Le proposte , tuttavia, tra cui una minore contribuzione al budget e un controllo maggiore alle frontiere, sono incompatibili con i trattati. E una loro eventuale applicazione comporterebbe delle sanzioni sull'economia francese.

Industria ed energie

Qui le proposte in comune riguardano la necessità di puntare sul nucleare, maggiore risorsa della Francia, e sul protezionismo economico.

Per stimolare la produzione industriale, 13 per cento dlla ricchezza del Paese, il presidente uscente propone un investimento di 30 miliardi nei settori più innovativi, come il biomedicinali (insieme di scienze biologiche e mediche) o l'intelligenza artificiale, la sfidante un fondo sovrano francese in cui i cittadini possano investire con una remunerazione minima del 2 per cento. La stessa vorrebbe poi obbligare lo Stato e gli enti locali a comprare esclusivamente nel Paese (iniziativa che si porrebbe in contrasto con le regole europee), mentre Macron punta allo sviluppo di aziende al 100 per cento francesi, così da svincolarsi dalle importazioni, in settori energetici ed ecologici strategici. Propone poi di costuire 6 centrali nucleari, più otto opzionabili, entro il 2035-2037, mentre la candidata di _Rn_ si sbilancia a 20 entro il 2031.

Proprio sulle rinnovabili c'è invece un abisso: Macron vuole costruire cinquanta parchi eolici e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, mentre la concorrente di estrema destra vuole stoppare immediatamente qualsiasi "costruzione di questo orrore che ci costa una fortuna" e ragionare anno per anno sulle emissioni di Co2. Infine, il primo, per favorire la transizione energetica, propone automobili elettriche in leasing, la seconda si pone contro la strategia europea di porre fine ai motori termici entro il 2035, poiché, dicono dal suo entourage, "la questione automobile è diventata punitiva e colpevolizzante".

Economia sociale

Dal primo maggio il salario minimo aumenterà a 1.645 euro lordi, passando così da 1.268 a 1.302 euro netti al mese. Ma nessuno dei due candidati nel suo programma ha specificato ulteriori misure. Entrambi invece hanno promesso, in caso di elezione, sgravi fiscali per la tassa di successione e aiuti ai nuclei familiari. Macron incentrandosi sulle coppie de facto, Le Pen sui minori di 30 anni. Quest'ultima promette anche un aumento dello stipendio degli insegnanti, diminuito del 20 per cento negli ultimi due decenni, del 3 per cento; Macron, più generico, un incremento attraerso l'assegnazione di nuove mansioni.

Il tema che più interessa i cittadini consiste invece nell'età del pensionamento: Il fondatore di En Marche all'indomani dell'ufficializzazione della sua candidatura ha ripreso il discorso interrotto dalla pandemia e vorrebbe alzare l'età pensionabile a 65 anni. Una misura molto impopolare (il 75 per cento dei francesi è contrario) e che, in caso di rielezione, porterebbe verosimilmente al ripetersi di proteste di piazza.

Un'altra proposta che ha sollevato dubbi tra le classi popolari meno abbienti è quella di condizionare l'erogazione del reddito di solidarietà (Rsa) e di altri aiuti sociali all’esercizio di un lavoro, sul modello delle imposte sul reddito. Così da eliminare i casi di frode e combattere il problema del "non-recours", ovvero dei cittadini che avrebbero diritto ad aiuti e che però non li richiedono.

Le Pen propone invece il pensionamento a 60 anni se si è lavorato per 40 non dopo i 20 anni di età. Mentre la proposta simbolo della sua campagna elettorale, incentrata sul risolvere il problema del potere d'acquisto dei francesi, è quella di eliminare la Tva (l'equivalente dell'Iva) su un paniere di prodotti essenziali ancora non definito, e di ridurla dal 20 al 5,5 per cento per carburante, gas ed elettricità. Per quanto riguarda il sistema di aiuti sociali, la discrimante riguarda la nazionalità: tutti gli aiuti dovranno essere riservati a francesi o a nuclei familiari francesi. Secondo le sue stime, si dovrebbero ricavare 16 miliardi di euro. Secondo quelle della Corte dei conti, non più di 6.

Tutti e due i candidati vorrebbero destinare più fondi alle persone disabili: secondo la legge attuale, che Macron non ha cambiato nel corso del suo mandato, una persona con disabilità, dodici milioni in totale in Francia, ha diritto a 900 euro mensili di aiuti statali, che però vengono ridotti in base al reddito del coniuge. Le Pen vorrebbe invece abolire del tutto questo sistema di calcolo e non tenere conto della presenza di un coniuge per l'aiuto alla persona disabile. Entrambi si propongono poi di aumentare l'accessibilità delle persone disabili, dalla scuola ai mezzi pubblici. Macron attraverso un contratto di 35 ore settimanali a chi se ne prende cura, Le Pen introducendo un principio costituzionale per eliminare ogni discriminazione de facto.

Immigrazione e religione

In generale, la riduzione dei diritti sociali e civili degli stranieri permea trasversalmente il programma di Le Pen: oltre all'esclusione dagli aiuti statali, la candidata di _Rn_ vorrebbe abolire lo Ius soli, il diritto alla cittadinanza in caso di nascita in territorio francese, e trattare le richieste di asilo nel Paese di provenienza.
Sempre attraverso il referendum per stabilire la superiorità del diritto nazionale su quello europeo, vorrebbe anche implementare l'espulsione automatica dei migranti irregolari, dunque senza possibilità di regolarizzazione, e revocare il permesso di soggiorno agli stranieri che non lavorano da più di un anno.

Anche nel programma del presidente uscente, benché più moderato, si leggono proposte che mirano a rendere più difficile l'accesso degli immigrati alla società francese, tra cui il condizionamento del permesso di soggiorno di più di quattro anni al superamento di una prova di francese e alla collaborazione del Paese di provenienza. Sarebbe sua intenzione anche espellere i cittadini di Paesi terzi che creino "turbamento dell'ordine pubblico".

PUBBLICITÀ

Anche sulla lotta al radicalismo religioso e al terrorismo, entrambi i candidati puntano a inasprire il controllo: Macron implementando maggiori risorse nei luoghi ritenuti a rischio, Le Pen, che ha presentato una proposta di legge lo scorso anno, vietando il velo o qualsiasi simbolo religioso nei luoghi pubblici.

Sicurezza

La sicurezza, insieme al potere d'acquisto e le pensioni la principale preoccupazione dei francesi, occupa un posto centrale nell'ipotetico della candidata: al terzo punto, dopo lotta "all'immigrazione incontrollata" e all'islamismo", si legge "la sicurezza per tutti e dappertutto" come priorità del quinquennio.
Tra le proposte più significative ci sono la presunzione di innocenza per le forze dell'ordine e la reintroduzione delle "peine panchers", ovvero una pena obbligatoria in caso di recidiva, e l'impossibilità di qualsiasi riduzione della pena, in particolare per violenze contro la persona.

Come per l'immigrazione, anche sul tema sicurezza il programma del presidente-candidato mira a un maggiore controllo, ma sempre in minor misura rispetto a quello della sfidante: promette di aumentare gli agenti effettivi sul campo fino a 3.000, di creare undici unità di forza mobile e, soprattutto, una "forza di azione repubblicana nei quartieri" al fine di metterli in sicurezza e aiutare a smantellare i luoghi di spaccio. Per l'attuale ministro dell'Interno Darmanin,un passato nell'Unione per il movimento popolare (Ump), la lotta alla droga è "la madre di tutte le battaglie". Nella legge di orientamento e programmazione (Lopmi) sono previsti 15 miliardi di budget supplementari al suo dicastero.

Diritti civili

Nessuno dei due candidati vuole autorizzare la maternità surrogata, anche se Le Pen vorrebbe interdire le procedure di adozione anche ai bambini nati all'estero tramite questa pratica. Per quanto concerne l'aborto, quest'ultima vorrebbe ridurre a 12 settimane il limite massimo prima dell'intervento, dopo che una legge parlamentare lo ha alzato a 14. Macron, anche se contrario, ha detto di voler rispettare la volontà del Parlamento. Nessuna proposta concreta sulla legge sul fine vita (in Francia il paziente ha diritto, sotto certe condizioni, ad interrompere i trattamenti), è stata invece avanzata, se non, da parte di Macron, quella di rimettere al pubblico la decisione.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Alle radici dell'anti-macronismo. Così il presidente ha perso consenso

Sovranisti riuniti a Roma, Salvini: "No a von der Leyen, Macron guerrafondaio"

I partiti europei di estrema destra festeggiano la vittoria di Geert Wilders in Olanda