Il Papa nel giorno di Pasqua: "Pace per la martoriata Ucraina e tutte le guerre"

Papa Francesco
Papa Francesco Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
Diritti d'autore Alessandra Tarantino/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved.
Di Giulia Avataneo Agenzie:  ANSA
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Il Papa nel giorno di Pasqua: "Pace per la martoriata Ucraina e tutte le guerre"

PUBBLICITÀ

Speranza, riconciliazione, pace. Davanti a centomila fedeli in Piazza San Pietro e via della Conciliazione Papa Francesco ha rinnovato l'appello che più gli sta a cuore nella domenica di Pasqua. Con il pensiero rivolto all'Ucraina e a tutti i conflitti del mondo, citati nel messaggio Urbi et Orbi. Da Gerusalemme al Libano, Siria, Iraq, Congo, Myanmar e Yemen.

"La pace è possibile - ha detto il pontefice - doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti. Si smetta di mostrare i muscoli mentre la gente soffre.

Alla richiesta di una tregua ci sono uniti i rappresentanti di tutte le religioni monoteiste in Ucraina.

"La pace è possibile"

Ogni guerra, ha aggiunto Papa Francesco, "porta con sé strascichi che coinvolgono tutta l'umanità: dai lutti al dramma dei profughi, alla crisi economica e alimentare di cui si vedono già le avvisaglie. Davanti ai segni perduranti della guerra, come alle tante e dolorose sconfitte della vita, Cristo, vincitore del peccato, della paura e della morte, esorta a non arrendersi al male e alla violenza".

Ha poi esortato: "Lasciamoci vincere dalla pace di Cristo! La pace è possibile, la pace è doverosa, la pace è primaria responsabilità di tutti".

Nelle preghiere dei fedeli, alla Messa di Pasqua presieduta da Papa Francesco a Piazza San Pietro, c'era anche una invocazione in ucraino: Dio "conceda ai nostri fratelli e sorelle defunti di partecipare alla Pasqua eterna".

"Non abituarsi alla guerra"

Papa Francesco, nel Messaggio Urbi et Orbi, ha ricordato che "abbiamo alle spalle due anni di pandemia, che hanno lasciato segni pesanti. Era il momento di uscire insieme dal tunnel, mano nella mano, mettendo insieme le forze e le risorse... E invece stiamo dimostrando che in noi non c'è ancora lo spirito di Gesù, c'è ancora lo spirito di Caino, che guarda Abele non come un fratello, ma come un rivale, e pensa a come eliminarlo”.

Ha poi implorato: "Per favore, per favore, non abituiamoci alla guerra, impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade!". Bergoglio ha ricordato, oltre all'Ucraina, tutte le zone 'calde' del Pianeta. "Sia pace per il Medio Oriente, lacerato da anni di divisioni e conflitti. In questo giorno glorioso domandiamo pace per Gerusalemme e pace per coloro che la amano, cristiani, ebrei e musulmani. Possano israeliani, palestinesi e tutti gli abitanti della Città Santa, insieme con i pellegrini, sperimentare la bellezza della pace, vivere in fraternità e accedere con libertà ai Luoghi Santi nel rispetto reciproco dei diritti di ciascuno", ha sottolineato Papa Francesco.

Le guerre del mondo

Il Pontefice prega per la "pace e riconciliazione" in Libano, Siria e dell'Iraq, e "in particolare per tutte le comunità cristiane che vivono in Medio Oriente".

Percorrendo i Paesi che soffrono per la mancanza della pace il pensiero del Papa va alla Libia, "perché trovi stabilità dopo anni di tensioni", e allo Yemen, che "soffre per un conflitto da tutti dimenticato con continue vittime: la tregua siglata nei giorni scorsi possa restituire speranza alla popolazione".

Il pensiero anche al Myanmar, "dove perdura un drammatico scenario di odio e di violenza, e per l'Afghanistan, dove non si allentano le pericolose tensioni sociali e dove una drammatica crisi umanitaria sta martoriando la popolazione".

"Sia pace per tutto il continente africano, affinché cessino lo sfruttamento di cui è vittima e l'emorragia portata dagli attacchi terroristici, in particolare nella zona del Sahel, e incontri sostegno concreto nella fraternità dei popoli. Ritrovi l'Etiopia, afflitta da un grave crisi umanitaria, la via del dialogo e della riconciliazione, e cessino le violenze nella Repubblica Democratica del Congo. Non manchi la preghiera e la solidarietà per le popolazioni del Sudafrica orientale, colpite da devastanti alluvioni", prosegue il Papa nel suo Messaggio di Pasqua.

Poi lo sguardo ai paesi dell'America Latina, che "in alcuni casi hanno visto peggiorare, in questi tempi difficili di pandemia, le loro condizioni sociali, esacerbate anche da casi di criminalità, violenza, corruzione e narcotraffico".

Infine Papa Francesco cita il Canada, dove si potrebbe recare a fine luglio: "Al Signore Risorto domandiamo di accompagnare il cammino di riconciliazione che la Chiesa Cattolica canadese sta percorrendo con i popoli autoctoni".

Parole in ucraino

Atti simbolici e concreti, come l'accoglienza al sindaco di Melitopol, Ivan Fedorov, presente in basilica con alcuni parlamentari nella messa del Sabato Santo, quando il Papa ha pronunciato anche in ucraino "cristo è risorto".

Alla fine dell'omelia bergoglio si è rivolto a Fedorov: "In questo buio che voi vivete, signor sindaco, signori e signore parlamentari, il buio oscuro della guerra e della crudeltà, tutti noi preghiamo con voi questa notte, preghiamo per tante sofferenze. Noi soltanto possiamo darvi la nostra compagnia, la nostra preghiera e dirvi coraggio e vi accompagniamo. Possiamo anche dirvi la cosa più grande che oggi si celebra": "Cristo è risorto" ha detto il Papa pronunciando queste ultime parole in ucraino.

Diplomazia vaticana

Il Sabato Santo, che per i cristiani è il giorno del "silenzio", non ha fermato la diplomazia vaticana. Il cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin, ha incontrato proprio Fedorov, il sindaco di Melitopol che era stato rapito l'11 marzo scorso, dopo che le truppe di Vladimir Putin avevano preso il controllo della città (era stato poi liberato il 16 marzo).

All'incontro in Vaticano, dove si è parlato della situazione in Ucraina, erano presenti anche tre parlamentari: Maria Mezentseva, Olena Khomenko , Rustem Umerov. Lo ha fatto sapere l'ambasciatore ucraino presso la Santa Sede, Andrii Yurash, che dopo le polemiche sulla Via Crucis al Colosseo, esprime "apprezzamento" perché la Santa Sede ha scelto di cambiare il testo, dando spazio al silenzio e alla preghiera, di quella stazione contestata, nella quale hanno portato insieme la croce una donna ucraina e una russa.

PUBBLICITÀ

Sulla scia della richiesta del Papa, che aveva invocato una tregua per Pasqua, ora anche i rappresentanti

religiosi di tutte le fedi in Ucraina chiedono di cessare il fuoco in questi giorni così importanti per tutte le fedi monoteiste. Quest'anno infatti si sovrappongono la Pasqua, fino alla sera del 23 aprile gli ebrei celebrano la Pasqua ebraica. Fino alla fine di aprile i musulmani commemorano il mese di digiuno del Ramadan. "Come rappresentanti delle comunità religiose dell'Ucraina, esortiamo a fermare i bombardamenti di città e villaggi ucraini e ridurre le ostilità offensive almeno per il tempo dei giorni sacri per tutte e tre le religioni".

È l'appello del Consiglio panucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Papa Francesco incontra 57mila giovani in piazza San Pietro

Italia, comunità Lgbt critica il Vaticano per la condanna di maternità surrogata e gender

Venerdì Santo: Papa assente alla Via Crucis, controlli a Gerusalemme