Ucraina, il premier sloveno Janša: "molti in Europa erano scettici sulla resistenza di Kiev"

Janez Jansa e Anelise Borges
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Di Anelise Borges
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Secondo il premier, tra i primi ad andare a Kiev mentre ancora infuriavano i combattimenti, "in molti in Europa erano scettici sulle capacità di resistenza ucraine"

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Mentre il fronte comunitario inizia a mostrare segni di cedimento - con le esitazioni di Olaf Scholz su visita a Kiev, e la frenata di Emmanuel Macron circa le accuse di genocidio lanciate ai russi presidente statunitense -   l'Europa inizia a riflettere sulla sua azione di contrasto all'invasione russa in Ucraina. 

Lo scorso 18 marzo, insieme agli omologhi di Polonia e Repubblica ceca,  il premier sloveno Janez Janša è stato uno dei primi funzionari europei a visitare Kiev, quando intorno alla capitale ucraina ancora infuriavano i combattimenti: Euronews lo ha intervistato in merito alla gestione europea della crisi

"Penso che la reazione europea all'aggressione russa sia stata molto più unita e più forte di quanto previsto dal Cremlino ma, d'altra parte, non quanto sarebbe stato necessario" ha detto Janša. 

"Perché all'inizio di questa tragedia, quando la Russia ha davvero invaso l'Ucraina e molte persone non credevano che questo sarebbe successo, alcuni dei nostri amici europei non ritenevano che l'Ucraina avrebbe potuto resistere. Pensavano che il governo e il presidente sarebbero fuggiti dal paese e la presa di potere da parte della Russia sarebbe avvenuta nel giro di una settimana"

"Ora, ed è questa è la questione più importante,  dobbiamo concentrarci sull'aiuto militare all'Ucraina perché altrimenti questa guerra continuerà e questo sta influenzando tutto, sta influenzando anche il modo di vivere all'interno dell'Europa. E gli ucraini stanno combattendo anche per noi. E l'aggressione russa sarà fermata quando l'Ucraina sarà abbastanza forte da fermarli". 

Procedura accelerata?

Riguardo all'ingresso dell'Ucraina nel blocco europeo, il premier sloveno è fiducioso che Bruxelles possa mantenere gli impegni assunti dalla presidente della commissione Ursula von der Leyen, che ha auspicato un iter accelerato, nonostante misure di questo tipo richiedano generalmente anni, necessitando del consenso di tutti i 27 stati membri, che in passato hanno mostrato notevoli differenze a riguardo

"È chiaramente una questione difficile per alcuni Stati membri - chiarsice Jansa - ma la stragrande maggioranza di loro è favorevole a un approccio rapido per l'Ucraina, come pure per per la Moldavia, la Georgia e i paesi dei Balcani occidentali, perché ci siamo improvvisamente resi conto di essere molto deboli quando cerchiamo risposte strategiche a questioni strategiche. E ora è ovvio che se l'Unione europea non si allarga allora lo farà qualcun altro, e questo non sta portando più pace e più sicurezza al continente".

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