Giulio Regeni: sospesa l'udienza, processo rinviato a ottobre

Il murale di regeni e Zaki
Il murale di regeni e Zaki Diritti d'autore Gregorio Borgia/Copyright 2020 The Associated Press. All rights reserved.
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Di euronews con Ansa
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Il gup di Roma ha disposto la sospensione del procedimento in base alle comunicazioni giunte dal ministero della Giustizia sul no egiziano a collaborare.

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Si è risolta con una nuova sospensione, l'udienza del processo Regeni davanti al gup.   Al centro dell'udienza il nodo relativo alle notifiche degli atti agli imputati. Il gup di Roma ha disposto la sospensione del procedimento in base alle comunicazioni giunte dal ministero della Giustizia sul no egiziano a collaborare.

In particolare nel documento trasmesso a piazzale Clodio, il ministero di via Arenula scrive del "rifiuto dell'Egitto di collaborare nell'attività di notifica degli atti" con l'Italia nonché il 'no' ad un incontro tra il ministro Marta Cartabia e il suo omologo egiziano. Inoltre, il 15 marzo il direttore della cooperazione giudiziaria italiana si è recato a un incontro in Egitto durante il quale gli è stato comunicato che sulla vicenda la competenza è della Procura generale (egiziana) per la quale il caso Regeni è chiuso e non è possibile effettuare ulteriori indagini sui quattro indagati in Italia.

Dal canto loro i carabinieri del Ros, a cui il gup aveva chiesto nuove ricerche sul domicilio degli indagati, hanno comunicato di essere riusciti ad acquisire l'indirizzo del luogo di lavoro dei quattro ma per il codice di procedura penale per questioni internazionali per le notifiche è necessario il domicilio. Il giudice è quindi entrato in camera di consiglio per decidere su un rinvio o sulla sospensione del procedimento. 

Chiusura egiziana

Il giudice ha definito "del tutto pretestuose le argomentazioni della Procura generale del Cairo", aggiungendo che il "rifiuto di collaborazione delle autorità egiziane è un dato di fatto". Il magistrato ha rinviato il processo al prossimo 10 ottobre quando verrà ascoltato il capo dipartimento affari giudiziari del Ministero della Giustizia, Nicola Russo, sugli eventuali sviluppi dopo la nota inviata agli egiziani in seguito all'incontro avvenuto il 15 marzo. 

Sit in di fronte al palazzo di giustizia

"Chiediamo che il presidente Draghi condividendo la nostra indignazione pretenda, senza se e senza ma, le elezioni di domicilio dei 4 imputati. Oggi è stata un'ennesima presa in giro", così l'avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Giulio Regeni lasciando il palazzo di Giustizia di Roma.

A piazzale Clodio un presidio di manifestanti che hanno chiesto ancora la verità per Giulio, presenti i genitori di Regeni, la madre Paola Deffendi e Claudio Regeni.

 Al presidio ha partecipato anche il presentatore tv Flavio Insinna."Bisogna esserci. Come ha detto la mamma di Giulio: quel viso ha visto tutto il dolore del mondo, non dobbiamo darci pace fino a quando non si arriverà alla verità. Lo dobbiamo - ha detto - alla famiglia, alla parte buona di questo Paese. Voglio vivere in un Paese, come dice il Papa, che ritrovi un senso di fraternità, dove il tuo dolore diventa il mio. Questa famiglia sta facendo un'opera straordinaria con una compostezza unica al mondo". 

Al sit in anche il presidente Fnsi Beppe Giulietti. "Noisiamo qui per dire che non smetteremo mai di reclamare verità e giustizia - ha detto -. Chiederemo che ci sia un'interruzione dei rapporti con l'Egitto qualora dovesse perseguire una politica di omissione e di cancellazione delle prove".

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