Il tribuno Mélenchon alla conquista dell'Eliseo

Jean-Luc Mélenchon
Jean-Luc Mélenchon Diritti d'autore AFP
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Di Paolo Alberto Valenti
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Ritratto di candidato francese della sinistra radicale: Jean-Luc Mélenchon che a 70 anni e dopo una lunga carriera di deputato socialista sferra ancora una campagna elettorale presidenziale

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Non è la sua prima candidatura alle presidenziali francesi ma sarà quella buona per Jean-Luc Mélenchon? Dopo le tornate del 2012 e 2017 (quando ottenne il 19,6% dei voti), il candidato della "France insoumise" vuole crederci che quello dei suoi 70 anni sarà il tentativo "più interessante" per concorre alla guglia più alta della Repubblica francese. Si tratta del suo terzo tentativo.

Una campagna presidenziale sottotraccia

In una campagna presidenziale che non si era mai vista, in quanto profondamente stordita dai cascami della pandemia e poi messa all'angolo dallo scoppio della guerra russo-ucraina, i 12 candidati in lizza per l'Eliseo sono otto uomini (presidente uscente Emmanuel Macron incluso) e quattro donne. Tra i magnifici 8 Mélenchon è il candidato di razza della sinistra francese più radicale e sembra a suo agio con le nuove tecnologie visto che è fra i primi ad adoperare il dono dell'ubiquità con comizi come quello di Lione che ha avuto il suo doppio come un "avatar"  proiettato sul palco di Aubervilliers, nella banlieue parigina.

Un cv di lungo corso

Senatore dell'Essonne dal 1986 al 2010, Jean-Luc Mélenchon è entrato a far parte del Gruppo Comunista del Partito della Sinistra (CRC-SPG) dopo aver lasciato il Partito Socialista nel 2008. La sua unica esperienza diretta di governo risale al periodo 2000-2002, quando era Ministro Delegato per l'Istruzione Professionale. Per ben due volte eurodeputato, eletto nel 2009 e nel 2014 sotto il marchio "Front de gauche", è il grande tribuno della "France insoumise", movimento che ha creato con successo nel 2016 e che si è conquistato uno spazio stabile in quell'elettorato ex-comunista ed ex-socialista che fatica ormai a trovare i suoi rappresentanti nell'arco costituzionale francese.

Il programma in sintesi

Se venisse eletto presidente intende ripristinare la pensione a 60 anni (cosa che fa inorridire il centro-destra e la "confindustria" francese ), aumentare il salario minimo e addirittura congelare i prezzi dell'energia. L'emergenza climatica è al centro del suo programma elettorale intitolato "Il futuro in comune" e fra i suoi cavalli di battaglia c'è la pianificazione ecologica, la ricollocare le produzioni, il passaggio all'agricoltura biologica, l'uscita dal nucleare. Tali proposte gli sono valse un blasone da parte di Greenpeace che lo ha eletto "il candidato dalle proposte più serie sull'ecologia" anche a davanti all' ambientalista Yannick Jadot.

Guerra al capitalismo

Per Mélenchon bisogna anche proibire il mercato azionario e i licenziamenti economici da parte di società che pagano dividendi o ricevono aiuti di Stato. Bisogna inoltre aumentare il salario minimo mensile a 1400 euro netti e stabilire una garanzia di autonomia giovanile di 1063 euro al mese oltre a creare una garanzia di autonomia in modo che il reddito mensile di ogni persona raggiunga come minimo i 1063 euro mensili.

Adesso agli sgoccioli dei magri tour elettorali sulla testata d'inchiesta Mediapart sono apparse le rivelazioni avvelenate su una associazione rinviata a giudizio per truffa che lo aveva sostenuto nella precedente competizione elettorale, quella del 2017. Ma gli scontri fra lui e i media non sono una novità e la cosa riguarda anche in peggio molti latri candidati eccellenti.

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