Francia-Italia, un'amicizia rinata

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Di Giorgia Orlandi
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Con la firma del Trattato del Quirinale a novembre 2021, i rapporti tra i due vicini si sono rinforzati. Anche per il bene dell'Europa

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Una formalità attesa da molto tempo. Mancava solo questo per sancire un’antica amicizia. Non averlo suonava come un’anomalia. La firma del trattato del Quirinale da parte di Italia e Francia è la riprova dello stato di ottima salute di cui gode la relazione tra i due Paesi. 

Come ci spiega l’ambasciatore francese in Italia, Christian Masset: "Ci voleva una cornice per strutturarla e da novembre abbiamo il Trattato del Quirinale, che è un trattato di amicizia che prevede dei programmi di scambio molto ambiziosi, per conoscersi meglio e delle matrici di progetti per costruire una relazione bilaterale ancor più forte, ma anche per contribuire a un'Europa più forte".

L’accordo prevede un’intesa tra i due Paesi su larga scala. Difesa, sicurezza fino alla politica ma anche economia. Un modo anche per rinsaldare la cooperazione bilaterale dopo un periodo difficile a livello diplomatico tra Parigi e Roma.

"Lo stato dei rapporti direi che è ottimo, anzi forse all'apice degli ultimi anni", dice ai nostri microfoni Antonio Villafranca, direttore del dipartimento ricerca di ISPI. "Sembra ormai distantissimo il 2019 quando addirittura la Francia aveva ritirato il proprio ambasciatore a seguito dell'appoggio del Movimento 5 Stelle ai gilet gialli. Quindi una situazione ottimale rinsaldata ulteriormente dal Trattato del Quirinale e da comuni interessi".

La firma del trattato è arrivata in un momento cruciale per l’Europa. La fine dell’era Merkel si stava avvicinando e l’entrata in scena di Mario Draghi, nominato Presidente del Consiglio ha inaugurato una nuova fase politica in Italia e in Europa.

Un’intesa che Parigi e Roma hanno riscoperto anche sul piano economico. Dal punto di vista dei conti pubblici la Francia assomiglia sempre di più all’Italia con i due Paesi sempre più allineati sulla riforma del patto di stabilità e crescita. Ma non solo, l’asse tra i due ha un ruolo centrale per il raggiungimento degli obiettivi del semestre di presidenza francese dell’Ue.

"Questo rapporto italo-francese per costruire un'Europa più forte è veramente decisivo. Lo è ancor di più dopo la Brexit, ovviamente", spiega Masset. "Abbiamo tante convergenze, perché vogliamo un'europa sovrana e Mario Draghi ha detto 'Non c'è sovranità nella solitudine'. Anche in merito all'autonomia strategica che è un obiettivo condiviso, la transizione ecologica, la transizione digitale".

La guerra in Ucraina ha messo a dura prova le relazioni tra i Paesi dell'Unione, incluso il rapporto tra Roma e Parigi. Stando agli esperti l'Europa ne è uscita più unita e dicono anche che il conflitto avrà un ruolo importante nelle elezioni presidenziali francesi, il cui esito è ancora molto incerto.

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