Le autorità ucraine e lo stesso presidente Zelensky denunciano nuove atrocità russe, in particolare a Borodyanka, paese a 50 km da Kiev. Stoltenberg: "Uccidere i civili è un crimine di guerra". Ancora polemiche su Bucha: l'Ucraina accusa, la Russia nega.
41° giorno di guerra.
L'Ucraina accusa, la Russia nega.
Ma è impossibile ignorare le immagini di quanto avvenuto a Bucha.
Per il portavoce presidenziale ucraino Sergii Nykyforov, si tratta di crimini di guerra.
Oggi il presidente della Duma, il Parlamento russo, Vyacheslav Volodin, ha dichiarato che è tutta una montatura e la Russia continua a ripetere che quella di Bucha è solo una "messinscena", eppure l'agenzia Maxar Technologies ha diffuso immagini satellitari, registrate settimane fa, che mostrano quelli che sembrano essere cadaveri nelle strade, mentre Bucha era ancora in mano ai russi.
Stoltenberg: "Prendere di mira i civili è un crimine di guerra"
L'intervento del Segretario Generale della Nato, Jens Stoltenberg, non ammette repliche.
Sul campo, la NATO concorda con l'Ucraina: le truppe russe si stanno ammassando per una grande offensiva nella regione del Donbass.
Secondo il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, le truppe russe hanno preso di mira un centro di addestramento delle forze speciali ucraine e alcuni depositi di carburante con armi ad alta precisione.
"Torture e violenze, peggio che durante l'occupazione nazista"
Le truppe ucraine, intanto, hanno ripreso il controllo di Borodyanka, paese a 50 km da Kiev, da cui i russi si sono ritirati. Qui sono stati scoperti 200 cadaveri e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky denuncia casi di tortura (anche su bambini) e violenze sui civili.
In collegamento con il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Zelensky ha parlato di "orrori mai visti, nemmeno durante la Seconda Guerra Mondiale e l'occupazione nazista", citando - come luoghi di massacri - non soltanto Bucha e Borodyanka, ma anche altre città, come Chernihiv e Sumy.
Mariupol rimane sotto assedio e nelle strade infuriano feroci combattimenti. Gli abitanti lottano per sopravvivere.
E Mykolaïv, città-chiave sulla strada per Odessa, teme di essere il prossimo obiettivo sulla lista del Cremlino.
Per ora resiste, ma a caro prezzo.