Presso l'Istituto dei batteriofagi Eliava di Tbilisi dagli anni Venti del secolo scorso si studiano i virus "buoni" che aiutano l'uomo a debellare insidiosi batteri
Non tutti i virus vengono per nuocere, lo sanno bene gli esperti di un famoso laboratorio della capitale della Georgia. Qui si coltivano scontri in provetta tra batteri resistenti agli antibiotici e virus "buoni". I batteriofagi o virus che si nutrono di batteri, sono utilizzati in alcuni dei casi più difficili, come per una paziente belga che aveva sviluppato una infezione pericolosa nel 2016 a causa delle ferite di uno degli attentati terroristici all'aeroporto della capitale belga. Dopo due anni di trattamento antibiotico senza successo, i batteriofagi inviati da Tbilisi a Bruxelles hanno curato la sua infezione.
Una terapia alternativa
"La terapia dei fagi è una delle alternative maggiori agli antibiotici, anche se è vero che i batteriofagi non possono sostituire completamente gli antibiotici. Ma la terapia fagica può diventare capitale qualora l'agente patogeno sviluppi resistenza agli antibiotici": spiega Mzia Kutateladze, Direttrice dell'Istituto di batteriofagi Eliava di Tbilisi.
Addestrare bene i virus
Può sembrare strano dopo una pandemia che ha ucciso milioni di persone e stravolto il mondo si punti a virus che possono salvare vite umane. A Tbilisi si stanno addestrando alcuni virus innocui per l'uomo che nel sangue potrebbero divorare una maggiore e più vasta gamma di batteri nocivi difficili da debellare.
Questa piccola nazione del Caucaso ha aperto la strada alla ricerca su un modo innovativo per affrontare l'incubo incombente dei batteri diventati resistenti agli antibiotici. A lungo trascurati in Occidente, i batteriofagi si nutrono di batteri. Anche un'infezione banale può "uccidere un paziente perché l'agente patogeno ha sviluppato resistenza agli antibiotici" spiegano i ricercatori dell'Eliava. I fagi sono noti da un secolo, ma sono stati in gran parte dimenticati e respinti dopo che i microbioti hanno rivoluzionato la medicina negli anni '30. E adesso è giunta la loro rivincita.
Le molte applicazioni
Con il tradizionale arsenale antimicrobico, che si sta esaurendo rapidamente, sono necessari più studi clinici in modo che la fagoterapia possa essere più ampiamente approvata. Nel 2019, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti ha autorizzato uno studio clinico sull'uso dei batteriofagi per curare le infezioni secondarie nei pazienti Covid. L'istituto georgiano ha già condotto ricerche sui batteri che prendono di mira il cotone e il riso. I batteriofagi hanno anche il potenziale per contrastare le armi biologiche e combattere il bioterrorismo.