Il parlamento approva lo stato d' emergenza e aumenta la pena detentiva massima a 45 anni, mentre il presidente Nayib Bukele pubblica un video choc per scoraggiare la criminalità giovanile. Dubbi per possibili abusi delle autorità
El Salvador ha aumentato da nove a 45 anni la pena detentiva massima per i membri delle maras, le gang criminali composte di giovani e dedite a violenze e omicidi. Solo nell'ultimo settimana, gli scontri tra bande rivali hanno provocato la morte di 87 persone e spinto il governo a dichiarare lo Stato d'emergenza.
Il video choc del presidente
“Entrare in una banda ha solo due conseguenze possibili: la prigione o la morte", ha detto Il presidente Nayib Bukele in un video rivolto ai connazionali, appellandosi direttamente ai genitori perché mantengano i propri figli fuori dal mondo della criminalità.
Il video postato dal presidente su Twitter mostra anche le difficili condizioni di detenzione dei membri catturati, per scoraggiare la delinquenza giovanile. Si vedono celle estremamente affollate, detenuti che dormono per terra e patiscono la fame, mentre le voci di alcuni di loro raccontano la scarsità dei pasti ricevuti (qualche pezzo di formaggio e di frittata per tutta la giornata) e la mancanza di servizi igienici.
Il chiaro intento deterrente nel mostrare immagini così forti fa parte di una precisa strategia del governo, che intende reprimere con il pugno di ferro la violenza giovanile dilagante nel Paese. Le nuove norme prevedono infatti pene dai 20 ai 40 anni per i membri subordinati delle maras e dai 40 ai 45 anni per i leader dei gruppi. Uno dei commi più controversi equipara i maggiori di 12 anni a maggiorenni, permettendo così di comminare pene particolarmente gravi anche a membri molto giovani delle gang.
Da quando è presidente, Nayib Bukele ha intrapreso un piano d'azione per ridurre considerevolmente il tasso di omicidi: l'ultima misura è proprio la dichiarazione dello stato d'emergenza, che consente di adottare interventi più stringenti in tema di ordine pubblico.
Una strategia contestata dai gruppi di difesa dei diritti umani, come Human Rights Watch e Amnesty International, che denunciano il rischio di potenziali abusi da parte del governo. Bukele però rivendica gli effetti positivi: più di tremila arresti in solo cinque giorni.
Un Paese segnato dalla violenza
Secondo le stime, a El Salvador ci sono più di 16mila membri di maras incarcerati. I due principali gruppi criminali, Mara Salvatrucha (MS-13) e Barrio 18, contano circa 70mila adepti.
Sabato 26 marzo è stato il giorno con più omicidi nella storia del Paese nell'ultimo secolo: 62 vittime, un record dai tempi della guerra civile che ha segnato il Paese tra il 1980 e il 1992. Il repentino aumento della violenza arriva dopo un periodo di relativa calma, con il 2020 che ha visto una riduzione consistente del numero di omicidi nel Paese, secondo alcuni media locali dovuto a una sorta di accordo tra governo e gruppi criminali.
L'esecutivo attribuisce invece la crescita degli omicidi a una reazione delle maras contro il“Plan de Control Territorial“, il programma governativo che disloca nelle strade del Paese più soldati dell'esercito e agenti di polizia.