Guerra in Ucraina: Sarajevo teme sirene di Mosca ed "effetto russo"

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Di Johannes PleschbergerEuronews
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Quasi raddoppiati gli effettivi delle forze multinazionali UE in Bosnia ed Erzegovina. Timore di Sarajevo è che la guerra in Ucraina alimenti le aspirazioni indipenentiste della Repubblica Srpska. L'ex alto rappresentante Valentin Izko a Bruxelles: "Accelerare la nostra adesione"

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Guerra in Ucraina: quasi raddoppiato il contingente UE in Bosnia Erzegovina

Identificare gli ordigni. Disinnescare le mine. Le forze multinazionali dell'Unione Europea si mobilitano nei Balcani, per arginare lo spettro di possibili ripercussioni locali del conflitto, innescato dalla Russia in Ucraina. Esercitazioni sono in corso in Bosnia ed Herzegovina, dove il contingente EUFOR ha quasi raddoppiato i propri effettivi, raggiungendo quota 1100 uomini. Paese dal contributo numericamente più ingente è l'Austria. "Anche alla luce delle circostanze attuali, di quanto sta accadendo in Ucraina - spiega il colonnello delle forze armate austriache, Karl Wolf - i diversi Paesi hanno deciso di inviare i propri riservisti in Bosnia".

Indipendentismo e sirene di Mosca. Sarajevo teme le spinte centrifughe

A far temere che l'onda lunga del conflitto in Ucraina possa avere destabilizzanti ripercussioni locali è in particolare la vicinanza a Mosca della Repubblica Srspka, una delle due entità in cui è divisa la Bosnia Erzegovina dalle conclusione delle guerre balcaniche degli anni '90. Timori alimentati anche dalle ambizioni separatiste, di cui le autorità locali non hanno mai fatto mistero. "L'obiettivo della Repubblica Srspka è di creare delle strutture statali e poi, arrivato il momento, di dichiarare la sua indipendenza", dice Valentin Inzko, ex alto rappresentante della Bosnia ed Erzegovina.

Appello alla UE: "Accelerare adesione o avvicinamento della Bosnia Erzegovina"

Per prevenire il rischio che forze centrifughe spacchino il Paese, creando le condizioni per un possibile ritorno alle armi, l'ex alto rappresentante Valentin Izko ha sollecitato Bruxelles ad accelerare l'adesione all'Unione Europea, per cui la Bosnia Erzegovina ha presentato ufficiale domanda oltre sei anni fa. "Il 2023 segnerà i 30 anni dalla promessa di una prospettiva europea per i paesi balcanici - ricorda -. Dopo così tanto tempo, dobbiamo però constatare che più che una prospettiva, si tratta al momento di un puro miraggio. Con questa lettera abbiamo quindi chiesto che l'adesione, o quantomeno l'avvicinamento della Bosnia Erzegovina all'Europa subiscano quindi un'accelerazione". Nell'attesa, richiesta di Inzko è un potenziamento degli organici, che porti le forze di sicurezza a passare da 1000 a 5000 uomini.

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