Usa, Biden annuncia un embargo alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia

Usa, Biden annuncia un embargo alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia
Diritti d'autore Evan Vucci/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved
Di Euronews & Ansa
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Ancora sanzioni per Mosca. Le annuncia il presidente Usa Biden, intervenendo in tv dalla Casa Bianca: "Stop a petrolio e gas russi"

PUBBLICITÀ

Il presidente Usa Joe Biden ha annunciato nuove misure contro la Russia in risposta alla sua "guerra non provocata e non giustificata in Ucraina". 

Usa: "Stop a petrolio e gas russi"

Gli Stati Uniti mettono l'embargo su petrolio e gas russi: "Colpiamo duramente l'economia russa - ha detto Biden - ma voglio essere franco: la battaglia per la libertà del popolo ucraino avrà un prezzo da pagare".

Con l'annuncio di Biden, il petrolio è volato a New York: il prezzo del Wti è aumentato del 4,5%, a 124,66 dollari al barile.

Dall'Estonia, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, dice che l'invasione dell'Ucraina costituisce "un'opportunità, non solo significativa ma imperativa, per molti paesi in Europa, di liberarsi dalla dipendenza dall'energia russa", perché Mosca "usa l'energia come un'arma". Una prima bozza della dichiarazione che chiuderà il vertice Ue di Versailles, giovedì e venerdì prossimo, fissa come obiettivo "l'eliminazione della dipendenza da petrolio, gas e carbone importati dalla Russia", e sul tavolo ci sarò anche l'uso di eurobond per le spese energetiche. 

Londra rinuncia al petrolio russo

Fronte anglosassone compatto sulle sanzioni.
Anche il Regno Unito eliminerà gradualmente l'importazione di petrolio e prodotti petroliferi russi entro la fine del 2022, si legge nel tweet del ministro britannico per le imprese e l'energia, Kwasi Kwarteng. La transizione darà al mercato, alle imprese e alle catene di fornitura un tempo più che sufficiente per sostituire le importazioni russe - che costituiscono l'8% della domanda del Regno Unito. La misura sarà implementata in coordinamento con gli Stati Uniti.

La Russia minaccia lo stop all'approvvigionamento di gas

Il vicepremier russo Aleksandr Novak ha già avvertito che in caso di un embargo petrolifero "la Russia ha tutto il diritto di prendere una decisione corrispondente e imporre un embargo sul pompaggio di gas attraverso il gasdotto Nord Stream 1", tagliando così l'approvvigionamento dell'Europa.
Gli risponde il vicecancelliere tedesco, Robert Habeck, secondo il quale "se Putin taglia la consegna di fonti energetiche, la Germania è preparata". 

"Pronti al dialogo, non alla capitolazione"

In Ucraina, nel frattempo, il presidente Volodymyr Zelenskyy si dice "pronto a un dialogo, non alla capitolazione" e per la prima volta apre a una soluzione negoziale con la Russia sulla Crimea e quelle che chiama le "pseudo repubbliche" separatiste del Donbass. 

"Possiamo discutere e trovare un compromesso su come questi territori continueranno a vivere - spiega il presidente ucraino - ma l'unica intesa ottenuta finora nei colloqui bilaterali, per la creazione di corridoi umanitari per l'evacuazione dei civili dalle città assediate, è nuovamente fallita oggi".

Il dramma dei rifugiati

L'Unhcr calcola che più di 2 milioni di ucraini sono già fuggiti dalla guerra in meno di due settimane e secondo l'Unicef un milione di questi sono bambini. James Elder, portavoce dell'agenzia Onu, parla di "una buia prima volta nella storia", perché "non avevamo mai affrontato una crisi di rifugiati di questa velocità e di questa portata". Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sente al telefono il responsabile dell'Unhcr, Filippo Grandi, e sottolinea che "serve l'impegno di tutta la comunità internazionale per far fronte a una crisi umanitaria sempre più dilagante". 

Il Vaticano per la pace

Papa Francesco, in un tweet dedicato alla Festa della donna, scrive: "Penso alle giovani madri e ai loro bambini in fuga da guerre e carestie o in attesa nei campi per i rifugiati. Sono tanti!". E il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha sentito al telefono il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, a cui ha ribadito l'appello "perché cessino gli attacchi armati, si assicurino dei corridoi umanitari per i civili e per i soccorritori, e alla violenza delle armi si sostituisca il negoziato".

Cina: "Serve una soluzione negoziale al conflitto"

Nel suo primo colloquio con i leader occidentali dall'inizio della crisi, il presidente cinese Xi Jinping ha chiesto di agire con la "massima moderazione" in Ucraina.
La Cina, ha spiegato Xi, "deplora profondamente" la guerra e sostiene il rispetto della "sovranità e integrità di tutti i Paesi", ma anche le "legittime preoccupazioni in materia di sicurezza". "Tutti gli sforzi per una soluzione pacifica dovrebbero essere supportati", ha sottolineato il leader cinese, che ha comunque bocciato le sanzioni adottate contro Mosca "che avranno un impatto negativo", perché risultano "dannose per tutte le parti".

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

I russi che vivono in Francia scoprono la russofobia: "Perché così tanto odio contro di noi?"

Sanzioni europee contro la Russia, fra volontà di potenza e necessità

Il rublo crolla del 30%. L'impatto delle sanzioni finanziarie inizia a farsi sentire