Stallo sui corridoi umanitari, Kiev: "Aberrante mandare rifugiati in Russia"

Sfollati ucraini
Sfollati ucraini Diritti d'autore Emilio Morenatti/Copyright 2019 The Associated Press. All rights reserved
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Di Giulia Avataneo Agenzie:  ANSA
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Mosca ha offerto stamattina sei corridoi umanitari per evacuare gli ucraini dalle aree accerchiate, ma tutti conducono in territorio russo o bielorusso

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L'ultimo muro contro muro fra Mosca e Kiev si consuma sui corridoi umanitari. Un portavoce del presidente ucraino ha bocciato la proposta russa di evacuazione dei civili dalle zone accerchiate. Tutte le possibili uscite - sostiene il governo ucraino - portano in territorio nemico.

L'annuncio è arrivato da Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo: "Dalle 10:00 ora di Mosca, è stato dichiarato un 'regime di silenzio' e si aprono sei corridoi umanitari: da Kyiv a Gomel; da Mariupol a Zaporizhzhia e Rostov-on-Don; da Kharkiv a Belgorod; da Sumy a Belgorod e a Poltava".

Nel pomeriggio comincerà il terzo round di colloqui, mentre la Russia non si è presentata all'udienza che era stata fissata per questa mattina al Tribunale superiore delle Nazioni Unite dell'Aja.

Fra le braccia del nemico

I percorsi proposti dal Cremlino portano a città russe o bielorusse, una "aberrazione" secondo le autorità ucraine. Iryna Vereshchuk, vice primo ministro ucraino, lo ha detto chiaramente: "Questa è un'opzione inaccettabile - La nostra gente non andrà in Bielorussia per essere evacuata in Russia".

Secondo Kiev la Russia sfrutta la sofferenza della popolazione per scopi propagandistici. L'accusa a Mosca è di aver sistematicamente boicottato gli accordi per evacuare i civili dalle città assediate. Le due parti si rinfacciano a vicenda di aver violato il cessate il fuoco.

Mosca sostiene dice di aver presentato il piano per i corridoi umanitari dopo un'esplicita richiesta del presidente Macron. Ma l'Eliseo ha smentito.

Dialogo e scontri

Intanto i ministri degli esteri russo Löavrov e ucraino Kuleba potrebbero incontrarsi giovedì ad Antalya.

Dopo un'altra notte di bombardamenti su quasi tutto il paese, con vittime documentate sia fra i militari, sia fra i civili, la Russia sta continuando ad ammassare truppe e mezzi militari alle porte di Kiev, in previsione di un attacco alla capitale. Fra le vittime, Yuri Illich Prylypko, sindaco di Gostomel, cittadina vicina a Kiev e sede dell'aeroporto strategico Antonov, già teatro di scontri. A quanto riferisce il municipio su Facebook, è stato raggiunto da uno sparo "mentre distribuiva il pane agli affamati e medicine ai malati".

Movimenti diplomatici

Alle 15 di Mosca (le 13 italiane) dovrebbe cominciare nella foresta di Belovezhskaya Pushcha, nella regione di Brest in Bielorussia, dove si sono svolti anche i primi due negoziati, il terzo round dei colloqui fra la delegazione russa e quella ucraina. Colloqui che vengono seguiti con grande attenzione dalle diplomazie di tutti i paesi del mondo, compresa l'Italia: per stasera è prevista una telefonata fra il premier Mario Draghi e il cancelliere tedesco Olaf Scholz.

Si muove anche la Cina, che assicura amicizia con la Russia, ma si dice pronta a svolgere un ruolo di mediazione.

Catastrofe umanitaria

Si cominciano a delineare le dimensioni della questione umanitaria dei profughi e dei rifugiati che scappano dalla guerra.

Secondo l'Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite, il numero delle persone che sono fuggite dall'Ucraina dallo scorso 24 febbraio è salito a 1,7 milioni, un milione dei quali è già arrivato in Polonia.

Se i bombardamenti dovessero continuare, secondo l'alto rappresentane dell'Unione Europea Josep Borrell, ci si possono aspettare 5 milioni di rifugiati.

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