Ucraina, Zaporizhazhia: radiazioni nella norma ma situazione fragile

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Di Gioia Salvatori
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Gli esperti lanciano l'allarme: anche un danno "collaterale" al sistema di raffreddamento della centrale potrebbe essere deleterio

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L'attacco russo alla centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia ha innescato un allarme ulteriore nella comunità internazionale, una svolta nel conflitto. La Gran Bretagna ha chiesto un consiglio di sicurezza straordinario dell'Onu e il direttore generale dell'Aiea è pronto a recarsi in Ucraina; anche anche se stavolta è andata relativamente bene, con la guerra in corso un incidente è probabile: "E' importante dire che tutti i sistemi di sicurezza dei 6 reattori dell'impianto non sono stati minimamente interessati - ha detto Rafael Grossi, direttore generale dell'Aiea - e non vi è stato alcun rilascio di materiale radioattivo. In questo contesto il sistema di controllo delle radiazioni è importante e i sistemi che abbiamo per misurare le radiazioni sono perfettamente funzionanti".

Grossi dovrebbe incontrare delegati russi per discutere della sicurezza delle centrali nucleari di Chernobyl e Zaporizhzhia, entrambe nelle mani delle truppe di Mosca.

L'allarme degli esperti

Un disastro alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel sud est dell'Ucraina, sarebbe sei volte peggiore di quello di Chernobyl. E' la centrale nucleare più grande d'Europa, ora è in sicurezza ma la situazione è fragile dopo che i russi l'hanno attaccata e nell'area dll'impianto si è sviluppato un incendio.

Per Jon Wolfsthal, ex direttore per il controllo degli armamenti e la non proliferazione del Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, "Le domande immediate sono se l'edificio di contenimento sia intero, in modo che ci sia un grande blocco di cemento intorno al reattore stesso. E se ci sia elettricità che possa alimentare le pompe che mantengono fredda l'acqua dell'impianto. In tal caso, non c'è motivo di allarmarsi finché l'impianto non viene attaccato di nuovo".

I bombardamenti notturni sulla centrale hanno spaventato il mondo. "Il punto critico - continua Wolfsthal - è se ci sia ancora una fornitura continua di elettricità per far funzionare le pompe di raffreddamento in modo che il carburante rimanga intatto. Se è così allora l'impianto può essere al sicuro indefinitamente. Ma è una grande incognita in una zona di guerra".

Un altro rischio, spiega Najmedin Meshkati, professore di Ingegneria della University of Southern California, è che a causa dei bombardamenti non ci sia più elettricità per gli impianti di raffreddamento: "Se ci fosse una mancanza di energia, allora si dovrebbe fare affidamento totalmente sui generatori diesel di emergenza. Ma questi sono molto inaffidabili e schizofrenici, e divorano molto gas".

"Questa notte ci siamo avvicinati alla fine dell'Ucraina e dell'Europa" ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, "i russi sapevano cosa stavano colpendo".

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