Guerra in Ucraina: arresti e minacce non fermano la Russia che dice no

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Diritti d'autore Dmitri Lovetsky/Copyright 2022 The Associated Press. All rights reserved
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Di Euronews
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Il Cremlino minimizza e reprime, ma in Russia, tra i falchi della guerra, spuntano sempre più colombe che reclamano la pace. Cittadini che in strada e sul web gridano il loro "no" all'invasione dell'Ucraina. 6.500 gli arresti in pochi giorni

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Migliaia di arresti e altolà ai manifestanti: "Niente contestazioni"

Posizioni pericolose, agli occhi del potere russo, che prova a contenerle con una sempre più imponente presenza di forze dell'ordine. Quasi 6.500, secondo gli attivisti, i manifestanti arrestati dall'inizio dell'invasione russa, per aver gridato in piazza la propria opposizione al conflitto. Circa 150, secondo le stesse fonti, le persone finite in manette soltanto questa domenica a San Pietroburgo. Arresti che nei primi giorni del conflitto sarebbero avvenuti in una cinquantina di città del Paese. 

Pochi ma determinati: i manifestanti che sfidano il bavaglio delle autorità

Per quanto numericamente poco rilevanti, gli assembramenti dei contestatori sono tuttavia indicativi della determinazione dei manifestanti. Basta in effetti mostrarsi in strada con un cartello per finire in commissariato. Fin dalle prime ore del conflitto, le autorità russe hanno annunciato lo scioglimento di ogni "manifestazione non autorizzata" e minacciato di arresto chiunque a partecipi ad assembramenti relativi alle "tensioni sul fronte della politica estera". 

Intellettuali, personaggi pubblici e cittadini qualunque: l'opposizione si organizza sul web

Una stretta che tuttavia non sembra dissuadere i critici dell'offensiva in Ucraina. Un'opposizione che sempre più si organizza non solo in strada, ma soprattutto in rete. Personaggi pubblici, intellettuali, ma anche liberi professionisti e impiegati, che a petizioni e lettere aperte stanno affidando la voce della Russia, che non si risconosce in questa invasione.

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