Testimonianza da Kiev, città in coprifuoco e con la guerra alle porte

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Diritti d'autore Emilio Morenatti/Associated Press
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Di Euronews
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Kiev, la gente cerca riparo o di scappare in Polonia. La testimonianza dell'inviata di Euronews Valérie Gauriat

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Un città fantasma: Kiev si presenta così nel terzo giorno di guerra alle sue porte.
Le sirene suonano ogni tre ore e invitano le persone a trovare riparo.

Il sindaco di Kiev, Vitalii Klitschko, ha annunciato il coprifuoco in città dalle 17 alle 8 "per una più efficace difesa della capitale e per la sicurezza dei suoi abitanti". In un messaggio su Telegram, il primo cittadino ha aggiunto che il provvedimento resterà in vigore fino alla mattina del 28 febbraio.

"Tutti i civili che saranno trovati in strada - si legge nell'ordinanza - saranno considerati membri del gruppo di sabotaggio del nemico".

L'inviata di Euronews, Valérie Gauriat, racconta le ore vissute dalla capitale ucraina: "Davvero, l'atmosfera qui è molto cupa. Le persone che ho incontrato tutto il giorno e ieri sera sono davvero preoccupate. Sono anche arrabbiate. Ho incontrato molte persone che per passare la notte si sono rifugiate nella metropolitana, ieri sera, per la seconda volta, quello è l'unico posto dove si sentono al sicuro".

"La gente era in metropolitana perché si stava diffondendo la voce che le truppe russe sarebbero potute entrare in città in qualsiasi momento. Molti persone mi hanno anche detto che stavano cercando di raggiungere qualche altra parte più sicura del paese e luoghi da cui poter arrivare in Polonia. Molte persone stanno ancora cercando di fuggire in Polonia in questo momento".

Una nuova linea telefonica diretta è stata istituita dalle autorità per le persone che che stanno cercando i loro cari, che hanno bisogno di sapere se i loro familiari sono vivi o morti, se i loro parenti e amici sono stati fatti prigionieri.

Cresce il livello di paura e di rabbia, contro la Russia e contro Vladimir Putin, ma anche contro la comunità internazionale che - secondo i cittadini di Kiev - ha adottato misure e sanzioni troppo tardi. Bisogna fare di più, implorano gli ucraini. "Tutti - dice Gauriat - chiedono alla comunità internazionale e soprattutto all'Unione europea di agire di più, più velocemente e più forte contro il regime di Putin. Per evitare una catastrofe, che tutti dicono, non riguarda solo l'Ucraina, ma riguarda tutta l'Europa e il mondo intero".

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