Nemmeno le piogge, che dovrebbero durare fino a mercoledì, sono riuscite a spegnere le fiamme: in cenere 800mila ettari di terreno, il 10% della superficie regionale
Quasi 800mila ettari di terreno in cenere, un evento mai visto da queste parti: nella provincia di Corrientes, in Argentina, un colossale incendio boschivo ha già devastato, in poco meno di una settimana, il 10 per cento della superficie regionale.
Nemmeno l'arrivo delle piogge - che, secondo le previsioni del servizio metereologico nazionale, dovrebbero durare fino a mercoledì- è ancora riuscito a spegnere le fiamme, tuttora attive in otto focolai.
Vano, per ora, anche lo sforzo di centinaia di volontari, che hanno affiancato le squadre dei pompieri, con un totale di oltre 3mila persone che stanno cercando ormai da giorni di domare l'incendio.
Estefania Riveiro, 34 anni, è tra le decine di residenti che sono scesi in strada ad aiutare i vigili. Dice di sentirsi "impotente" di fronte a questa devastazione, e che decine di suoi conoscenti stanno cercando come lei "di proteggere gli animali e la nostra terra, che è la cosa più importante".
Si tratta, in effetti, di colpo durissimo per agricoltori e allevatori della regione: tra bestiame morto o intossicato dal fumo e terreni e fattorie in cenere, le perdite per loro sono nell'ordine dei milioni di dollari.
"La situazione è seria, estremamente seria" ha detto Marcelo Taboada, comandante dei vigili del fuoco. "Ma è il cambiamento climatico che genera questi incendi di grande portata".
E ad essere minacciata è anche la fauna selvatica del Parco nazionale del Iberà, uno degli ecosistemi più ricchi di tutta l'Argentina: sono centinaia gli animali morti, intossicati o investiti dalle automobili mentre cercavano di fuggire terrorizzati