Un'azienda italiana e una spagnola rivendicano la paternità del lungo tavolo del Cremlino. Il titolare della Oak, Pologna: "La mia speranza è che questo tavolo porti bene e non a un'escalation"
Il lunghissimo tavolo ovale attorno al quale il presidente russo Vladimir Putin ha accolto a Mosca l'omologo francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha fatto il giro del mondo.
È stato oggetto di meme e anche al centro di una disputa nelle ultime ore. Il tavolo oversize viene infatti rivendicato da due aziende: una italiana, la Oak di Cantù (in Lombardia) e l'altra spagnola, la Vicente Zaragozá, di Valencia.
Renato Pologna, titolare della Oak, sostiene che il tavolo sia uno dei mobili commissionati tra il 1995 e il 1997 dalla Russia, per arredare uno dei palazzi del Cremlino. L'ebanista spagnolo, invece, dice di averlo consegnato a Mosca nel 2005.
"Un tavolo è il posto dove si passa il tempo per mangiare, per ridere, per scherzare, per giocare e dove si decidono guerre o si firmano armistizi. Quindi la mia speranza è che questo tavolo in questo caso porti bene e non porti a un'escalation di guerra".
Pologna mostra con orgoglio i documenti che proverebbero la paternità canturina del tavolo, che costò l'equivalente di 100.000 euro: una sua foto in un libro del Cremlino nel 1999, un certificato firmato il 22 novembre 1996 dall'allora presidente russo Boris Eltsin, oltre a schizzi dettagliati del pezzo.
Comunque sia, questo tavolo di faggio bianco lungo sei metri e adornato con foglie d'oro è diventato famoso in tutto il mondo. Ed è ciò che conta, perché - come si sa - "l'importante è che se ne parli".