La Corte Costituzionale dice "No" anche al referendum sulla cannabis

Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale: è l'ultimo a destra nella foto, scattata il 3 febbraio 2022, insieme al presidente Mattarella.
Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale: è l'ultimo a destra nella foto, scattata il 3 febbraio 2022, insieme al presidente Mattarella. Diritti d'autore Guglielmo Mangiapane/AFP or licensors
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Di Euronews - Ansa
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"Possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum", dice Riccardo Magi, deputato di +Europa, tra i promotori del referendum sulla cannabis. Esulta Maurizio Gasparri (Forza Italia): "Sconfitto il partito della droga". Le decisioni della Corte Costituzionale fanno discutere

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La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis e quello sulla responsabilità civile dei magistrati, che prevedeva che il magistrato fosse responsabile in prima persona per l’errore giudiziario commesso.

Amato dice "Non ammissibile"

A proposito della cosiddetta "cannabis legale", che si proponeva di depenalizzare la coltivazione e di eliminare il carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, con eccezione dell’associazione finalizzata al traffico illecito, Il presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato, ha dichiarato che la principale ragione della "non inammissibilità" è che il referendum, se approvato, avrebbe portato a una "violazione degli obblighi internazionali dell’Italia", perché consentirebbe la coltivazione anche di "droghe pesanti".

Un'altra ragione per il "No" è che il quesito proposto aveva problemi di formulazione, che - secondo la Corte - avrebbero provocato una "inidoneità allo scopo": in pratica, il quesito referendario non avrebbe consentito una depenalizzazione completa, perché trascurava di eliminare alcune parti del codice che sarebbero entrate in conflitto tra loro.

"Il partito della droga è stato sconfitto", ha commentato a caldo il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, nell'esprimere la sua soddisfazione per la decisione della Corte Costituzionale.

"E' incredibile questa decisione della Corte Costituzionale dopo che il referendum è stato sottoscritto da 600.000 cittadini. Dopo la decisione sull'eutanasia di ieri possiamo dire che in questo paese è impossibile promuovere dei referendum", ha dichiarato Riccardo Magi, deputato di +Europa, tra i promotori del referendum sulla cannabis.

Sulla bocciatura del referendum sull'eutanasia, che ha scatenato forti reazioni in Italia, lo stesso Giuliano Amato ha spiegato: "Leggere o sentire che chi ha preso la decisione non sa cosa è la sofferenza ci ha ferito ingiustamente. Il referendum non era sull'eutanasia, ma sull'omicidio del consenziente, E l'omicidio del consenziente sarebbe stato lecito in casi ben più numerosi e diversi da quelli dell'eutanasia".

Sì ai referendum sulla giustizia

La Corte Costituzionale ha accettato quattro referendum sulla giustizia, promossi da Lega e Radicali e ha ammesso anche il referendum che vuole introdurre la possibilità che negli organi di valutazione dell'operato dei magistrati possano votare anche i membri non togati (ad esempio, gli avvocati).

I quattro referendum sulla giustizia considerati "ammissibili" riguardano:

  • l'abrogazione della Legge-Severino, nella parte in cui prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità e del divieto di ricoprire cariche elettive e di governo dopo una condanna definitiva;
  • l'abolizione della raccolta delle firme per presentare la candidatura al Consiglio Superiore della Magistratura;
  • il referendum che chiede di ridurre i reati per cui è consentito il ricorso alle misure cautelari in carcere;
  • il referendum che chiede la separazione delle carriere dei magistrati, per obbligarli a scegliere il loro percorso professionale all’inizio della loro carriera, per poi mantenere quel ruolo durante tutta la vita professionale.
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