La comunità ucraina di stanza in Italia è composta da ben 200.000 persone in prevalenza donne, che osservano con preoccupazione l'evolvere della crisi internazionale nell'Europa dell'est
L'Italia è il paese dell'UE con la più grande comunità di ucraini. Sono in 200.000 a vivere e lavorare in prevalenza nel nord del Bel Paese. Circa l'80% sono donne impegnate come badanti o addette alle pulizie. Le preoccupazioni sono molte, pensano a quello che potrebbe accadere in patria. "Stavo bene con l'Unione Sovietica perché potevo studiare gratuitamente. Abbiamo sempre avuto buoni stipendi. Quando ci siamo separati dalla Russia, sono iniziati grandi problemi..... Ora si parla di guerra ma i poveri forse non hanno paura perché non può essere peggio rispetto a come vivono adesso": ci spiega una cameriera di un grande albergo romano. Un suo connazionale maschio la pensa diversamente: “Sono molto preoccupato perché il nostro grande amico – per così dire – la Russia, ha ferito il nostro popolo per molti secoli.”
I voli della fuga
Chi può trasferisce i propri familiari in Italia ma si tratta di casi piuttosto rari. Intanto ci sono testimonianza di coloro che abitavano nelle regioni più orientali dell'Ucraina..."Vengo da una città che è la più vicina al confine con la Russia. Si chiama Kharkiv. La situazione è molto tesa. La gente è molto spaventata perché le truppe sono schierate e ci si aspetta da un momento all'altro l'invasione. La situazione è molto difficile. Cos'altro posso dire?"
A Santa Sofia, a Roma
Nel frattempo si cerca conforto anche nella religione con messe sempre più frequentate come nella Chiesa di Santa Sofia a Roma punto di raccolta degli ucraini della capitale italiana. La Chiesa greco-cattolica ucraina (CGCU) è una Chiesa di rito e patrimonio liturgico-teologico bizantino, che mantiene la comunione con la Chiesa di Roma.