Correva il 24 giugno 2019 quando l'Italia visse un momento di giubilo dopo l'ok alla candidatura congiunta per ospitare le Olimpiadi invernali 2026
Correva il 24 giugno 2019 quando l'Italia visse un momento di giubilo dopo l'ok alla candidatura congiunta Miilano-Cortina per ospitare le Olimpiadi invernali del 2026.
Tuttavia, nessuno quel giorno avrebbe potuto prevedere i cambiamenti che il mondo avrebbe meno di un anno dopo, quando la pandemia si è impossessata del pianeta.
A quattro anni dalla cerimonia di inaugurazione a San Siro, ad essere colpiti sono anche i preparativi per i Giochi, a cominciare da Casa Italia Olympic House.
Gli organizzatori, infatti, speravano di utilizzarla come centro di promozione durante i Giochi di Pechino, sta di fatto che invece per ora è predisposta solo all'accoglienza di pochi visitatori.
L’allarme lanciato dal presidente del CONI, Giovanni Malagò, negli ultimi mesi non è comunque passato inosservato.
L’obiettivo è quello di costruire un maxi impianto multifunzionale, il PalaItalia, complesso da 16mila posti che sorgerà nella periferia sud-est di Milano, sebbene due ricorsi al TAR ancora lo mettano a repentaglio.
Le Olimpiadi invernali del 2026 rappresenteranno presumibilmente un grande evento sportivo post pandemia e gli organizzatori confidano per l'occasione un ritorno alla normalità con la partecipazione di tifosi, atleti e personale senza restrizioni.
Il dirigente della Fondazione Milano Cortina 2026, Francesco Romussi, pensa ad un "ritorno alle origini" delle Olimpiadi, più ridotte e meno costose, andando così incontro anche ai favori del CIO.