Portogallo: la diga della discordia

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Diritti d'autore NUNO VEIGA/LUSA
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Vent'anni fa il villaggio di Aldeia da Luz, in Antelejo, lasciò il posto al più grande lago artificiale d'Europa, Alqueva

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Sono passati due decenni dalla costruzione della diga di Alqueva in Portogallo e ancora suscita polemiche.

Nel 2002 il villaggio di Aldeia da Luz, nella regione dell**'Antelejo** a sud di Lisbona, lasciò il posto al più grande lago artificiale d'Europa. Gli abitanti furono portati in un nuovo villaggio costruito ex novo, Luz, a pochi chilometri di distanza. Ma voltare pagina non è così facile, come spiega una residente, Ermelinda Godinho.

"Ancora oggi - racconta - sogniamo di stare nel borgo vecchio, correre per tutte quelle strade, luoghi che conoscevamo così bene. Nei miei sogni sono ancora lì, è difficile sognare l’attuale villaggio. La cosa più dolorosa è stata trasferire qui i nostri morti, i nostri cari".

Oltre 2 miliardi di euro sono stati investiti nella diga, che rifornisce di acqua circa 200 mila abitanti, oltre a 130 mila ettari di terreno.

Una salvezza per i contadini, come António Vieira Lima. "In passato - spiega - non sapevamo se avremmo avuto la pioggia. Oggi invece poter disporre dell'acqua ci permette di fare investimenti con la quasi sicurezza di avere un ritorno".

Ma in termini di rispetto dell’ambiente le opinioni non sono concordi. I contrari sostengono che l'acqua venga convogliata verso le grandi multinazionali a scapito dei piccoli agricoltori e che la sua qualità verrà meno nel lungo periodo.

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