Ore decisive, in Marocco, per il piccolo Rayan. Scavato un tunnel per raggiungere il bambino, intrappolato da martedì a 30 metri di profondità
Occhi e telecamere puntate sul pozzo in cui è caduto il piccolo Rayan. Il Marocco - e ormai anche buona parte del mondo e del web -, seguono con il fiato sospeso le operazioni per tentare di estrarre il piccolo di 5 anni, intrappolato da martedì a 32 metri di profondità.
Crolli e rischio di frane hanno rallentato le operazioni
Crolli dalle pareti sabbiose hanno costretto venerdì a sospendere le ricerche e ad evacuare la zona, proprio quando la soluzione sembrava ormai a un passo. Decisiva, la fase attuale dei soccorsi consiste nello scavo di un tunnel orizzontale che dovrebbe permettere di raggiungere il bambino, evitando ulteriori e pericolosi smottamenti del suolo. ''Più ci avviciniamo - raccontava giovedì un soccorritore - più il buco diventa stretto e difficile da attraversare. Abbiamo quindi dovuto cominciare a scavare, ma scavare comporta il grave rischio di frane".
Fiato sospeso come per Alfredino e Julen
I genitori di Mayan hanno dato l'allarme nel primo pomeriggio di martedì. Sfuggito alla sorveglianza dei genitori, il piccolo è caduto in un pozzo, non lontano dalla sua abitazione di Ighrane, un villaggio della provincia Chefchauen, a nord del Marocco. La vicenda, che in Italia ricorda quella di Alfredino Rampi, riporta alla memoria anche quella di Julen, un bambino, di due anni, che nel 2019 aveva trovato la morte in Andalusia, dopo esser caduto in un pozzo abbandonato di neanche 30 centimetri di diametro e oltre 100 metri di profondità.
"Siamo tutti con Rayan". La solidarietà sui social di tutto il mondo
Rimbalzati sui social di mezzo mondo con l'hashtag #Rayan, messaggi di solidarietà alla famiglia sono arrivati anche dal governo marocchino. Decine i media locali ormai sul posto per seguire in diretta tutti gli sviluppi di questa vicenda.