Serbia: le elezioni si avvicinano, no alla miniera di litio

Serbia: le elezioni si avvicinano, no alla miniera di litio
Diritti d'autore Marko Drobnjakovic/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
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Il progetto Jadar del gruppo minerario Rio tinto group avrebbe avuto un impatto notevole sul Pil nazionale ma la prima ministra appena eletta lo ha bloccato

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Salute o lavoro, in questo caso salute o ricchezza, tanta. Dopo un dibattito acceso e divisivo la Serbia con la prima ministra Ana Brnabić ha cancellato tutte le autorizzazioni al gruppo minerario anglo-australiano Rio Tinto Group; stop al progetto Jadar per l'estrazione del litio nell'omonima valle. Stop a un investimento di 2 miliardi di dollari che avrebbe ripagato il debito nazionale ma che, secondo gli ambientalisti, avrebbe messo a serio rischio la salute dell'ambiente e dell'uomo.

Le elezioni presidenziali si avvicinano (3 aprile) e le autorità stoppano il progetto

Troppe proteste a ridosso delle elezioni presidenziali del 3 aprile e il presidente Aleksandar Vucic ha preferito un niet, ma un tempo ricordava: "Il fatturato annuo se solo avessimo il progetto sarebbe di 600 milioni di euro all'anno. Se andassimo in fabbrica per la produzione di batterie e catodi, il nostro reddito non sarebbe più di 600 milioni di euro, ma di 3,4 miliardi all'anno. Guarda, 3,4 miliardi per 56 anni."

A Loznica si trova un giacimento enorme di litio, a regime si sarebbero potute estrarre 58mila tonnellate all'anno, una quantità utile a soddisfare il 10 % cento della domanda mondiale e che, praticamente, renderebbe l'Europa quasi indipendente nella produzione di batterie per le auto elettriche. Per alcuni il no è precipitoso Aleksandar Jovovic, professore di ingegneria meccanica, critica: "Il protagonista di questa storia è lo Stato. Lo Stato non ha fatto il suo studio di analisi costi-benefici."

In effetti non essendo stato presentato un progetto definitivo non è stato fatto uno studio di impatto. Per gli ambientalisti però lo stop è una vittoria assoluta. In piazza insieme alla popolazione locale hanno denunciato, ad esempio, che non c'era nessuna certezza sul destino di 60 milioni di tonnellate di rifiuti; inoltre la miniera sorgerebbe all'interno di un'area protetta e del granaio del Paese e, si sa, le miniere inquinano. Dalla loro i detrattori del progetto hanno avuto anche il cittadino serbo più conosciuto al mondo, il tennista Novak Djokovich.

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