Messaggio alla nazione del leader della giunta militare, Paul-Henri Sandaogo Damiba, che promette di tornare all'ordine costituzionale in tempi ragionevoli
Promette sicurezza, unità e ritorno all'ordine costituzionale il capo della giunta militare che ha preso il potere in Burkina Faso. A tre giorni dal colpo di Stato, il tenente colonnello **Paul-Henri Sandaogo Damiba **compare in tv con un messaggio distensivo, trasmesso dal palazzo presidenziale:
Sa bene che il suo Paese ora rischia di essere espulso dalla Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), come già è successo a Guinea e Mali dopo il colpo di Stato. Si attende a breve la riunione con le misure decise dall'Ecowas, che potrebbero includere delle sanzioni personali ai golpisti. Già all'indomani del colpo di Stato, la Comunità aveva rilasciato una nota di condanna, accusando i militari di aver costretto Kaboré a dimettersi "con le minacce, l'indimidazione e sotto pressione".
Il paese dal 2015 subisce attacchi jihadisti, attribuiti a gruppi vicini ad Al Quaida e all'Isis, che hanno causato oltre un milione e mezzo di sfollati. Per i golpisti, il presidente destituito Roch Marc Christian Kaboré - che si trova in stato di arresto in una località segreta - è stato incapace di sconfiggere il terrorismo.
I primi passi di Damiba
Il tenente colonnello Damiba, 41 anni, è il leader del Movimento patriottico per la salvaguardia e la restaurazione (Mpsr), che ha preso il potere lunedì scorso in Burkina Faso. Mercoledì ha incontrato i ministri del governo di Kaboré, che - come il parlamento - sono stati destituiti. È stata sospesa anche la Costituzione, ma nel messaggio televisivo Damiba ha promesso di riportare l'ordine costituzionale in un tempo ragionevole, dopo aver ascoltato tutti, "donne e uomini". La giunta militare ha cercato negli ultimi giorni di ottenere il supporto delle comunità religiose, delle forze dell'ordine e dei sindacati.
Clement Sawadogo, vicepresidente del partito di Kaboré, ha detto che la giunta militare dovrà fare del suo meglio per evitare le sanzioni internazionali. Ha fatto appello a una "soluzione saggia, che prevenga una crisi socio-economica".
L'arresto di Kaboré
Kaboré, 64 anni, era stato eletto nel 2015 dopo una rivolta popolare che ha estromesso l'uomo forte Blaise Compaore. È stato rieletto nel 2020, ma l'anno successivo il malcontento nei suoi confronti è cresciuto a causa degli attacchi jihadisti. Dal golpe si trova in stato di arresto, nonostante abbia firmato le dimissioni. La comunità internazionale, capeggiata dall'Onu, chiede con forza il suo rilascio.