Il sistema partitico italiano alle corde nella mancanza cronica di rappresentatività e nel terrore di perdere. Lo spiega la Professoressa Urbinati
La crisi dei partiti e il calo della loro rappresentatività in Italia esplode con grave evidenza all'atto dell'elezione del Capo dello Stato.
Lo certifica la Professoressa Nadia Urbinati (Colombia University, New York). Per Urbinati esiste una crisi del sistema partitico e la sua connessione con una stessa Costituzione, quella del 1948....sono due entità che vanno in corto circuito "non perché il sistema non funzioni più ma perché gli attori davvero sono cambiati". La cittadinanza ordinaria, fatta di persone che avrebbero bisogno di essere rappresentate, perché sono debolissime, non ha più questa rappresentanza partitica.
I partiti fuori fase con la società
I partiti sono rappresentati di una parte molto ridotta numericamente ma potente da punto di vista socio-economico e questo li rende una forma sempre più oligarchica, distante dai cittadini che non li riconoscono più. In questo modo i partiti diventano molto più deboli e lo si vede in questi giorni, per questo non riescono a presentarsi nella loro identità.
Ecco perché Mario Draghi ha molte possibilità di essere eletto presidente della Repubblica. Anche coloro che oggi storcono il naso su di lui (non per il suo valore indiscusso) per la sua figura di presidenzialista e la sua inesistente identità politica ( questo è il vero problema per molti) alla fine si renderanno conto che tutte le proposte che verranno avanzate verranno sentite come di parte e siccome le parti non vogliono perdere il "salvatore della patria" si renderanno conto che lui continuerà ad essere un punto di riferimento, un vincitore sul quale tutti convergeranno e così facendo certificheranno davanti agli elettori di non hanno perso, anzi di aver scelto loro il vincitore.