Situazione caotica nel paese africano, con una parte dei militari dell'Esercito insorti contro il presidente Kaborè, accusato di non riuscire a contrastare le continue violenze jihadiste nel paese
Rischio colpo di stato in Burkina Faso, paese centrafricano, uno dei più poveri del Continente Nero.
Lunedi mattina un gruppo di soldati incappucciati ha preso posizione davanti alla sede di Radio Télévision Burkinabè (RTB), l'emittente di Stato, nella capitale Ouagadougou, dopo una notte di sparatorie e disordini in tutto il paese.
I militari avrebbero catturato e arrestato il presidente in carica del Burkina Faso, Roch Marc Christian Kaboré, accusato di non essere in grado di combattere contro i jihadisti, che dal 2015 provocano attentati e violenze in tutto il paese.
I soldati si sono ammutinati domenica in diverse caserme del Burkina Faso, per chiedere la cacciata dei capi dell'Esercito e per avere finalmente "mezzi adeguati" per combattere contro gli estremisti islamici.
Sembra il prologo di un vero e proprio un colpo di stato
Tutta la giornata di domenica 23 gennaio è stata caratterizzata da colpi d'arma da fuoco e spari, non solo nella capitale, ma anche in altre città del paese africano.
Spari sono stati uditi anche nel campo militare di Baby Sy, a sud di Ouagadougou, e nelle zone di Kaya e Ouahigouya.
I disordini sono scoppiati dopo le manifestazioni dei giorni scorsi degli abitanti della capitale, esasperati dall'incapacità del governo di far fronte alle violenze jihadiste.
Numerose manifestazioni di protesta hanno avuto luogo negli ultimi mesi in diverse città del Burkina Faso, spesso vietate e disperse dalla polizia, in assetto anti-sommossa
"Siamo attualmente sotto un'altra forma di dittatura che non ha un nome... Un presidente che non è in grado di prendere misure di sicurezza per assicurare la sua stessa popolazione, non è un presidente degno di questo titolo", dice Aime Birba, un giovane manifestante.
Dopo le tensioni di domenica, il governo del Burkina Faso aveva imposto il coprifuoco notturno, dalle 8 di sera fino alle 5.30 di lunedì mattina.
Al potere dal 2015, Roch Marc Christian Kaboré è stato rieletto nel 2020 con la promessa - non mantenuta - di fare della lotta contro i jihadisti la sua priorità.