Il dipartimento di Arauca, nel nord-ovest della Colombia, al confine con il Venezuela, è diventato teatro di attentati e scontri tra l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e i dissidenti delle FARC per il controllo del territorio
Più di 1.500 persone hanno dovuto fuggire dalle loro case in diversi comuni del dipartimento di Arauca, nel nord-ovest della Colombia, al confine con il Venezuela, da quando sono iniziati gli attacchi e gli scontri tra l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) e i dissidenti delle FARC.
Un totale di 428 famiglie sfollate (1.531 persone), tra cui 21 venezuelani: così riferisce l'Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari (OCHA).
L'ELN e il Decimo Fronte dei dissidenti delle ex Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) stanno conducendo una guerra per il controllo territoriale (forse anche del mercato della droga) nel dipartimento di Arauca, una zona con agevoli passaggi verso il Venezuela, poiché i due paesi sono divisi solo dal fiume Arauca.
All'inizio di quest'anno, l'ELN ha scatenato una serie di attentati su commissione contro presunti membri del Decimo Fronte delle FARC o contro persone legate a quel gruppo.
Da allora, circa 40 persone sono state uccise nella città di Saravena e nei comuni vicini di Tame, Fortul e Arauquita, secondo quanto riferito dalla rappresentante legale della "Fondazione Joel Sierra per i diritti umani", Sonia López.
I dissidenti delle FARC hanno risposto, in un comunicato, di essere "pronti al confronto" e hanno minacciato attivisti, difensori dei diritti umani e sindacalisti e imposto restrizioni alla mobilità tra i comuni.
Nella notte tra mercoledì e giovedì, gruppi dissidenti hanno fatto un attentato con un'autobomba a Saravena, che ha ucciso la guardia di sicurezza Simeón Delgado.
L'esplosione si è svolta nel nel centro di Saravena, dove si trovano negozi e uffici e anche se apparentemente ha preso di mira la sede della "Fondazione per i diritti umani Joel Sierra", il danno maggiore è stato subito dall'agenzia locale dell'Istituto agricolo colombiano (ICA), dove lavorava Simeón Delgado.
Il governo del dipartimento di Arauca ha imposto un coprifuoco notturno "al fine di prevenire il controllo e anticipare gli atti terroristici" e il governo nazionale colombiano sta offrendo ricompense fino a un miliardo di pesos (circa 250.000 dollari) per l'alias "Antonio Medina", membro dei dissidenti delle FARC, che è ritenuto presumibilmente responsabile dell'attentato.
Per il 29 maggio sono in programma le elezioni presidenziali in Colombia, dove l'uomo da battere resta l'attuale presidente Iván Duque.
In lizza ci sarà anche Ingrid Betancourt, la politica colombiana che, dal 2002, rimase per sei anni prigioniera delle FARC.