Inquinamento atmosferico, il caso Francia: veleni nell'aria, la condanna dell'Ue

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Di Hans von der Brelie
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Le città dei veleni: viaggio giornalistico alla scoperta dei centri urbani che in Francia registrano picchi di inquinamento atmosferico

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La Commissione europea, da anni, sta avviando procedure di infrazione contro gli Stati membri dell'Ue.

Il motivo: l'allerta sull'inquinamento atmosferico.

Il carico di emissioni è troppo alto, le sostanze nocive stanno aumentando vertiginosamente, al di sopra dei limiti legali, innescando problemi di salute e accorciando l'aspettativa di vita di molte persone che vivono in Europa.

Aria contaminata sopra le grandi città d'Europa - una ricerca condotta in Francia per Euronews Witness.

La Commissione europea ha dunque avviato procedure contro molti Stati membri dell'Unione europea in relazione alla qualità dell'aria. Tra questi, la Francia.

Saint-Denis: il raccordo dell'autostrada vicino alla scuola

Anawa e suo fratello Aldo fanno una bella colazione di frutta. Florencia Giusti, la loro mamma, è preoccupata per la loro salute. La famiglia vive a Saint-Denis, un sobborgo di Parigi: affitti accessibili, la scuola dietro l'angolo, sembrava essere un ambiente perfetto.

Sulla strada per la scuola, Florencia spiega le sue preoccupazioni, legate ai lavori programmati per realizzare le insfrastrutture in vista dei Giochi Olimpici del 2024.
In cantiere c'è anche la realizzazione di due raccordi autostradali di fronte all'istituto scolastico.

L'aria diventerà presto ancora più inquinata. La famiglia prende in considerazione l'idea di trasferirsi.

"È inaccettabile - dice la madre dei due ragazzi - i lavori autostradali porteranno inquinamento e rumore. Sono così arrabbiata".

Lione, la città degli ingorghi

La prossima tappa del viaggio-ricerca di Euronews è Lione: l'autostrada verso il sud taglia il cuore stesso della città. Troppe macchine e molte famiglie protestano per l'insalubrità dell'aria.

Il cantautore lionese Renaud Pierre (alias: Reno Bistan) porta suo figlio a scuola. Le aule dell'istituto scolastico Michel Servet sono accanto al tunnel della Croix-Rousse.

"Il problema è che ogni giorno ci sono 47.000 veicoli che passano sotto il tunnel, senza contare tutti quelli che circolano sulle rive del Rodano. È un traffico che produce un inquinamento enorme - dice Renaud Pierre - Vorremmo soprattutto che i politici affrontino la situazione per darci dell'aria respirabile".

Insieme alle associazioni di genitori e ai residenti, Renaud organizza delle proteste. Il dirigente scolastico lo sostiene. Ma quali interventi potrebbero essere adottati?

"Meglio il tram delle macchine"

Secondo Pascal Barbier, il dirigente scolastico, "è necessario limitare il traffico lungo il fiume".

Si potrebbe realizzare una tranvia che riduca lo spazio per la circolazione delle automobili a ridosso del Rodano. Le vetture che transitano lungo il fiume sono fonte del 60% dell'inquinamento nelle vicinanze della scuola
Pascal Barbier
dirigente istituto scolastico Michel Servet - Lione

La stazione di misurazione nel cortile dell'istituto scolastico allerta sui valori di biossido e di diossido di azoto schizzati alle stelle. Nessun bambino può più giocare qui. Insieme ad altri genitori Renaud ha contribuito ad avviare un'azione legale contro la città e lo Stato e ha composto una canzone di protesta.

Inquinamento, i cittadini si organizzano

Di ritorno a Saint-Denis: i politici non hanno imparato molto dai disastri urbanistici del passato. Nei loro progetti figurano ancora più asfalto, ancora più auto, ancora più più inquinamento.

Il rappresentante dei genitori Hamid Ouidir spera di poter fermare i lavori per l'autostrada, scrive lettere ai ministri e anche al presidente. Vuole una legge per proteggere meglio le scuole.

Questo viale sarà collegato direttamente a due rampe autostradali a meno di 150 metri dalla facciata della scuola. Si tratta di concentrazioni di inquinanti estremamente pericolosi per la salute, tra cui le particelle fini e i diossidi di azoto che sono molto, molto cancerogeni
Hamid Ouidir
rappresentante genitori - Pleyel, Saint-Denis

Di questo passo, supereremo le soglie fissate dall'Europa e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Trasferire la scuola altrove costerebbe 20 milioni di euro - continua il rappresentante dei genitori - Poco, se si considera il conto complessivo di 7 miliardi di euro per le Olimpiadi".

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Nella piccola strada dietro la scuola vive Marc Poulbot. Il suo bisnonno fu il primo direttore quando l'istituto scolastico venne aperto nel 1894.

"I politici hanno disprezzato noi e gli abitanti che vivono qui - dice ancora Oudir - Non possiamo permettere che accadano queste cose, siamo in Francia, Giochi Olimpici o no. Non dobbiamo arrenderci. Quello che si potrebbe fare è deviare il traffico, chiudere le strade di accesso. O trasferire la scuola".

Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo

Per avere informazioni di prima mano sui cambiamenti dell'inquinamento dell'aria, i cittadini si sono uniti a RESPIRE (Respirare), un'associazione che distribuisce piccole e precise stazioni di rilevamento aeree, abbastanza facili da installare da soli.

Perché i residenti hanno dovuto agire da soli?
"Abbiamo chiesto alle istituzioni pubbliche di installare dei sensori. Hanno i mezzi per farlo. Ma non l'hanno fatto. E quando chiediamo loro: c'è qualcosa da nascondere per non installare i sensori? Ecco, ci si rende conto subito che hanno qualcosa da nascondere", risponde Ouidir.

Il gruppo dei genitori si è rivolto alla Corte europea dei diritti dell'uomo con un ricorso di 1800 pagine: una richiesta di tutela per i bambini, sia dall'inquinamento che dalle istituzioni pubbliche che non stanno facendo il loro lavoro.

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"Lo Stato non rispetta la legge sui valori inquinanti"

Il 95% delle persone che vive nella regione di Parigi è esposto a livelli di biossido di azoto sopra i limiti.
Questo è uno scandalo, dice Tony Renucci, il presidente della ONG ambientale "Respire" (Respirare).

"Lo Stato francese non rispetta la legislazione in vigore, la normativa europea, sui valori limite di concentrazione degli inquinanti" sottolinea Renucci - C'è un bisogno urgente di agire perché oggi l'inquinamento dell'aria è responsabile delle 7 milioni di morti (premature) nel mondo all'anno con 3 bambini su 4 nel mondo che respirano aria inquinata. Sono 100 mila morti (premature) all'anno in Francia".

Per ridurre il traffico stradale, è necessario istituire zone a basse emissioni e porre delle restrizioni per i veicoli più inquinanti
Tony Renucci
presidente ONG ''Respire''

Il rapporto tra inquinamento atmosferico e cancro

A Lione, Thomas Coudon, che lavora presso il rinomato centro oncologico di ricerca Léon Berard, lavora insieme a un team di giovani ricercatori per capire i legami tra l'inquinamento dell'aria e il cancro.

"L'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato l'esposizione all'inquinamento atmosferico come cancerogena per l'uomo - spiega Coudon - Le categorie di inquinanti che sono classificati come cancerogeni certi includono le particelle fini e i gas di scarico diesel".

Marie, Cosimo, Juliette e Delphine sono fuori per il lavoro sul campo. C'è un legame noto tra l'aria inquinata e il cancro ai polmoni. Ma si può supporre una correlazione anche tra aria satura di inquinanti e altri tipi di cancro, come il tumore al seno? Marie Ramel, una delle ricercatrici, sta cercando una risposta nel suo prossimo dottorato.

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"Realizziamo una campagna di misurazione su diversi itinerari della metropoli di Lione per valutare le differenze di esposizione, in relazione ai diversi modi di spostamento", spiega Ramel.

Per diverse settimane, i quattro giovani ricercatori francesi e italiani portano i loro strumenti di misurazione mobili attraverso Lione, in auto, in bicicletta, in autobus e a piedi, catturando - tra molti altri - i valori di biossido di azoto e l'inquinamento da particolato.

Sempre più cittadini sono stanchi di respirare aria cattiva. L'esigenza di un ambiente più salubre è diventato uno dei punti chiave durante le elezioni locali. Un numero crescente di grandi città, come Lione e il suo agglomerato, sono ora governate da ecologisti. Ma l'eredità, sporca, del passato non può essere ripulita dall'oggi al domani.

Alla domanda sul perché i valori sull'inquinamento atmosferico della città di Lione siano catastrofici, il presidente dell'area metropolitana Bruno Bernard risponde così: "Perché c'è stato un deficit di azione dei poteri pubblici, dello Stato francese, che per questo motivo è stato condannato. È necessario fare delle zone a basse emissioni e allontanare i veicoli più inquinanti dal cuore dell'agglomerato. In particolare, è necessario lo stop al diesel in centro dal 2026".

Aria più pulita, la scadenza del 2026

Entro il 2026 oltre il 70 per cento dei veicoli attuali sarà bandito dalla zona a basse emissioni di Lione.

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Si tratta di un cambiamento difficile per le piccole imprese come quella dell'idraulico Salim Benferhat - che guida ancora un veicolo diesel.

Chi non è d'accordo. Sulla strada per alcune riparazioni urgenti, ha qualche minuto per rispondere alle mie domande. Non è contento: "Non sono molto d'accordo con le loro zone a basse emissioni - dice Salim - il mio veicolo, che non ha più di due anni, è pulito. Tuttavia, dovrò sostituirlo con un'automobile elettrica. Chi me la pagherà? Noi, in quanto artigiani, non abbiamo i mezzi per acquistare un nuovo veicolo a 40/50mila euro. Non abbiamo i mezzi. Unica chance è quella di chiudere l'azienda".

Chi è d'accordo. Gli idraulici ciclisti come Romain Dondelinger la vedono diversamente. Insieme ai suoi colleghi, Romain lavora nell'azienda parigina Cycloplombier. La start up è stata fondata otto anni fa e da allora il suo modello di business è stato copiato altrove in Francia, con successo.

"Tra i lavori stradali e gli ingorghi, in auto diventa spesso un inferno. Con le bici si viaggia tranquillamente, si evitano le file. Abbiamo delle splendide piste ciclabili tutte per noi. Questo ci permette di essere puntuali, di parcheggiare il mezzo direttamente dal cliente, di essere efficaci e veloci", commenta Romain.

Le zone a basse emissioni

Nel 2019, la Corte di giustizia europea ha condannato la Francia per non aver tutelato i suoicittadini dall'inquinamento atmosferico.

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Nel complesso, le città hanno iniziato a introdurre zone a basse emissioni. Ma il cammino da fare, dove l'aria è pulita, è ancora lungo.

Risorse addizionali per questo articolo • Stefania De Michele

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