Decisivo l'intervento della CSTO in Kazakhstan: i soldati russi tornano a casa (da vincitori)

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Diritti d'autore AFP
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Di Cristiano TassinariEuronews World
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Stanno tornando a casa duemila soldati del Cremlino, intervenuti la settimana scorsa per fermare le violente proteste di piazza in tutto il Kazakhstan, che hanno causato un numero ancora imprecisato di vittime

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È iniziato il ritiro dei militari russi dal Kazakhstan.

Il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le "forze di pace collettive stanno iniziando a preparare attrezzature e materiale da caricare sugli aerei da trasporto dell'aviazione militare e delle forze aerospaziali russe e tornare ai punti di schieramento permanente".

2.000 soldati del Cremlino sono intervenuti la settimana scorsa per aiutare il presidente kazako Tokayev a fermare le violente proteste di piazza in tutto il paese, che hanno causato un numero ancora imprecisato di vittime (almeno 164, secondo un calcolo non ufficiale).

CSTO: nuovi rapporti di forza?

La decisione di inviare le forze militari in difesa del Kazakistan è stata la prima per l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), guidata da Mosca, e di cui fanno parte sei repubbliche ex sovietiche (Atmenia, Bielorussia, Kazakhstan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan)

Il colonnello generale Andrey Serdyukov, comandante della missione CSTO:
"In un breve lasso di tempo siamo stati in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, fornire assistenza per stabilizzare la situazione e garantire il buon funzionamento delle attività vitali".

Screengrab by AFP video
Il comandante della missione russa.Screengrab by AFP video

Spesso propagandata dalla Russia come un equivalente della NATO, ma precedentemente riluttante a interferire nei disordini in Asia centrale (una regione con lunghi legami storici con la Russia), l'intervento della CSTO può essere una svolta nei rapporti di forza al confine con la Russia.

Dichiarazioni di appoggio "a distanza" al regime kazako, nei giorni caldi della protesta, sono giunta anche dalla Cina e dalla Turchia.

In Kazakhstan, nei giorni scorsi, era salita la preoccupazione che Mosca potesse far leva sulla missione "difensiva" per rafforzare la sua influenza nel paese.
Putin sembra non volerne approfittarne, almeno non pubblicamente.
Ma i dubbi restano.

Il Segretario di Stato americano Antony Blinken, del resto, ha avvertito che "una volta che i russi sono entrati in casa tua, a volte è molto difficile farli andare via".

Addio ad un eroe

Familiari e compagni danno l'addio al tenente colonnello Sandybek Khairov, nella Casa degli Ufficiali di Almaty, in Kazakhstan.

Khairov è stato ucciso durante i disordini iniziati con proteste pacifiche per l'aumento dei prezzi dell'energia e, in particolare, del GPL.

Negli scontri, da inizio gennaio, oltre alle vittime, centinaia di persone sono state ferite e la polizia ha riferito di aver arrestato più di 10.000 persone.

Screengrab by AFP video
Addio al tenente colonnello Khairov.Screengrab by AFP video

Almaty, alla ricerca della normalità

Con gli elicotteri a controllare dal cielo, ad Almaty, la città più popolosa del Kazakhstan ed epicentro delle proteste, si prova a tornare alla normalità, ripulendo cio che resta dei recenti scontri in strada.

Almaty ha mostrato ulteriori segni di un ritorno alla vita normale, con molte più persone in strada rispetto alla scorsa settimana e la maggior parte dei ristoranti e dei negozi aperti.

In arrivo dalla capitale Nur Sultan, Il presidente Tokayev mercoledi ha visitato Almaty per la prima volta dopo quanto accaduto, promettendo aiuti ai commercianti e cittadini.

"Il compito, ora, è quello di ricostruire la città nel più breve tempo possibile", ha dichiarato Tokayev, ad una riunione del governo.

Ma oltre alle vetrine, c'è da riparare anche il sentimento nazionale di gran parte dei kazaki.

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Ad Almaty si riparano i danni causate alle vetrine.Screengrab by AFP video
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