Emozioni olimpiche con 'My Tokyo'

Emozioni olimpiche con 'My Tokyo'
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Di Damon Embling
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Ricordi di una cestista paralimpica e una karateca olimpica a pochi mesi dai Giochi giapponesi

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In questo episodio di "My Tokyo", abbiamo incontrato una medaglia di bronzo paralimpica e una medaglia d'oro olimpica.

Per Courtney Ryan, giocatrice di basket in carrozzina del Team USA, i Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 della scorsa estate le hanno permesso di conoscere per la prima volta la capitale giapponese.

I ricordi e le emozioni sono ancora presenti nella sua memoria: "Non siamo riusciti a vedere molte delle sedi di gare. Ma quella che mi è rimasta più impressa è l'Ariake Arena, dove abbiamo gareggiato per la medaglia di bronzo", racconta a My Tokyo. "Era impressionante perché non riuscivo a credere che ero lì a competere in qualcosa che era così bello".

Un giorno incredibilmente emozionante. Courtney e i suoi compagni di squadra hanno affrontato la Germania nella partita che le ha portato la medaglia di bronzo. "Svegliarsi il giorno della gara è stata una grande emozione, ma è anche stato un giorno molto snervante", ricorda.

Mostrando la sua medaglia, Courtney aggiunge: "Essere in grado di portare a casa una medaglia per gli Stati Uniti, ma anche per la mia famiglia è stata una cosa incredibile".

"Medaglie riciclate"

"Queste medaglie sono fatte con materiali riciclati, come telefoni cellulari, che i cittadini giapponesi hanno donato per la causa paralimpica e olimpica. La loro capacità di creare una cosa del genere  è incredibile".

L'Omotenashi di Tokyo

Courtney racconta che lei e il suo team hanno ricevuto un caloroso benvenuto quando sono arrivati a Tokyo, ciò che in Giappone è noto come ospitalità 'Omotenashi'.

"L'accessibilità era ben pensata. Era sempre molto facile manovrare la sedia a rotelle, per andare dal punto A al punto B", aggiunge Courtney. "E si sono assicurati che ogni autobus su cui potevamo salire fosse accessibile".

Orgoglio e amore

Courtney vorrebbe tornare di nuovo a Tokyo, per visitare maggiormente la città. "Hanno così tanto orgoglio, amore e cultura all'interno della loro comunità", dice.

Una karateka a Tokyo

Per Sandra Sanchez, una karateka della squadra spagnola, i giochi olimpici di quest'estate l'hanno riportata in una città che aveva già visitato e amato. "La conoscevo già, conoscevo la cultura", racconta a My Tokyo. "Quando siamo arrivati ai Giochi, al Villaggio, abbiamo apprezzato tutto quello che i volontari avevano allestito. Ci hanno fatto sentire amati".

Per Sandra, la sua ultima visita è stata speciale a causa dei legami col suo sport.

"La sensazione quando sai che stai andando ai tuoi primi giochi olimpici, i primi giochi olimpici per il karate, in Giappone, a Tokyo, che è il luogo di nascita del tuo sport.... beh, si può immaginare l'eccitazione", sorride.

Lacrime di felicità

Ai Giochi di Tokyo Sandra ha vinto una medaglia d'oro olimpica nella categoria Kata del karate.

"Dal momento in cui ti rendi conto di aver vinto, fino a quando ti danno la medaglia, ho pensato 'Voglio vederla, voglio toccarla, sentire che è reale, che è mia'. Stavo piangendo per l'emozione", ricorda.

Ritorno a Tokyo

Sandra ama molte cose di Tokyo, in particolare il quartiere di Akihabara, che di notte è uno spettacolo colorato. "Ogni quartiere che si conosce, ogni luogo, ogni tempio che si visita, impressiona sempre", dice.

"Scegliere il mio cibo preferito del Giappone è difficile perché mi piacciono molte cose", aggiunge Sandra. "Ma è vero, amo davvero tutto del sushi".

Tokyo ha un posto speciale nel cuore di Sandra, un posto dove le piacerebbe tornare presto: "Voglio davvero tornare a Tokyo!"

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