Babbo Natale non è per tutti: ecco gli Yule Lads, i folletti del Natale islandese

Illustrazioni dal libro del 1932 Jólin Koma (Natale sta arrivando)
Illustrazioni dal libro del 1932 Jólin Koma (Natale sta arrivando) Diritti d'autore Tryggvi Magnússon
Diritti d'autore Tryggvi Magnússon
Di David McDougall
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Non tutti in Europa festeggiano il Natale allo stesso modo: in Islanda a portare i regali sono dei folletti assai particolari. E anche inquietanti, almeno fino a qualche anno fa

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Mentre milioni di bambini in tutto il mondo ancora aspettano con impazienza la sera della vigilia per l'arrivo di Babbo Natale, in Islanda i loro coetanei hanno iniziato a ricevere regali l'11 dicembre.

È in quella data che gli Amici del natale o Yule Lads iniziano 13 notti di visite alle case islandesi, portando piccoli doni da mettere nelle calze appese dai bambini ben educati.

Quelli che si sono comportati male, però, vi trovano spesso delle cattive sorprese. 

Chi sono gli Yule Lads islandesi?

Si tratta di creature, benevolmente dispettose, del folklore islandese: sono simili a folletti e vestiti con abiti da contadini, e ciascuno ha un nomignolo e delle caratteristiche uniche. Ci sono ad esempioi Þvörusleikir ovvero il lecca-cucchiai; Pottaskeifill il leccapentole; e Askasleikir  lo spazzola-ciotole. 

Ci sono poi i più dispettosi, come Hurðaskellir (“Colui che sbatte le porte”) oBjúgnakrækir, il ladro di salsicce. 

Mentre gli Yule Lads sono considerati abbastanza innocui, ad essere terrificante è la loro madre, la strega troll Grýla: la sua passione è, nientemeno, bollire vivi i bambini. C'è poi il suo pigro marito Leppalúði e il suo malvagio gatto nero che si aggira per l'Islanda e mangia chiunque non indossi un capo di abbigliamento nuovo a Natale.

Queste tradizioni sono sopravvissute in Islanda,  resistendo in qualche modo a quell'estetica natalizia  fatta di Abeti decorati, Babbi Natale su slitte trainate da renne ed elfi che fabbricano giocattoli, che dall'Europa e dagli Stati Uniti si è poi diffusa in gran parte del mondo. 

"In realtà non abbiamo il Babbo Natale americano", spiega Dagrún Ósk Jónsdóttir, un folklorista dell'Università dell'Islanda a Reykjavik.

“Molte persone sono orgogliose di queste tradizioni islandesi e le tengono molto a cuore" illustra. "Esiste un immaginario consolidato legato a questo periodo dell'anno in cui arrivano gli Yule Lads: a dicembre, ad esempio, su ogni cartone del latte si vedranno le loro foto” 

Credit: Tryggvi Magnússon
Illustrazioni dal libro del 1932 Jólin Koma (Natale sta arrivando)Credit: Tryggvi Magnússon

L'evoluzione delle moderne tradizioni natalizie islandesi

Sebbene gli Yule Lads e la loro spaventosa famiglia sembrino profondamente radicati nel passato dell'Islanda, sono in realtà un fenomeno relativamente nuovo nella loro forma attuale.

La prima menzione scritta di Grýla appare nel** XIII secolo**, ma a quel tempo è solo una donna troll e non viene collegata al Natale fino al XVII secolo.

La versione moderna degli Yule Lads inizia davvero a spuntare nelle storie scritte e nelle poesie solo tra il XIX e il XX secolo, sebbene siano certamente esistite molto più a lungo nella narrazione orale.

La natura dei Yule Lads si è "ammorbidita" solo nell'ultimo secolo e mezzo: prima di allora erano molto più sinistri, vestiti tutti di nero, con anche tratti caratteriali più raccapriccianti.

Si diceva ad esempio che Lungnaslettir(letteralmente lo schizza-polmoni) avesse i polmoni all'esterno del corpo e corresse dietro ai bambini che si comportavano male, cercando di colpirli con i suoi polmoni flosci.

Come spiega il folklorista Dagrún Ósk Jónsdóttir, ogni parrocchia aveva il proprio gruppo di Yule Lads con le proprie tradizioni, ma circa 150 anni fa un poeta islandese scelse i 13 che lo attraevano colpito di più e li unì in un'unica familia insieme a Grýla, il suo marito e il gatto.

"È più o meno nello stesso periodo - ricorda Jónsdóttir, - che attorno agli Yule Lads hanno iniziato a fiorire tradizioni meno inquietanti: queste creature hanno iniziato a fare regali ai bambini, non erano più ladri che si comportavano in maniera irritante"

"Prima la gente li temeva - conclude - mentre ora li amano. Nonostante continuino a rubare cibo e a sbattere le porte svegliando le famiglie di notte!"

archivio personale
Dagrún Ósk Jónsdóttirarchivio personale

Come si adattano le tradizioni natalizie anche nel 21° secolo

In tutta Europa le tradizioni natalizie si sono evolute nel corso dei secoli, ma possiamo ringraziare i vittoriani per aver dato forma a molte delle immagini e delle attività natalizie più durature.

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Al marito della regina Vittoria, il principe Alberto, è attribuito il merito di aver popolarizzato - nell'Inghilterra del 1840 -  la tradizione di decorare l'albero di Natale, mentre in Germania meridionale ciò accadeva già dall'inizio del 1600, e la storia fondamentale di Charles Dickens "A Christmas Carol" fu pubblicata per la prima volta nel 1843 .

Il V&A Museum di Londra conserva una collezione di 30.000 biglietti di auguri e osserva che il suo direttore fondatore ha inviato il primo biglietto prodotto in serie.

I vittoriani introdussero anche le scene invernali con pettirossi, agrifoglio e paesaggi innevati, e inventarono i wafer di Natale, oltre alla rappresentazione di Babbo Natale come un allegro vecchio con la barba bianca e l'abito rosso che in seguito divenne popolare negli Stati Uniti e in Canada attorno al 1820.

"È giusto che le tradizioni popolari debbano evolversi e avere rilevanza per la società, altrimenti verrebbero semplicemente dimenticate", afferma Dagrún Ósk Jónsdóttir.

E gli islandesi stanno anche assistendo ad alcuni cambiamenti per riflettere i valori moderni nelle loro tradizioni natalizie: come il gatto di Grýla che diventa più attento all'ambiente.

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“Secondo la leggenda, dovresti comprare un nuovo capo di abbigliamento ogni Natale, altrimenti il terribile gatto ti mangerà. Ma ora con la maggior consapevolezza dei pericoli del consumo di massa, anche questa storia è divenuta uno strumento per la pubblicità", spiega Dagrún Ósk Jónsdóttir. "Ora, 'a Yule Cat non importa se prendi vestiti usati, purché siano nuovi per te'."

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