Rivolta alle Isole Salomone: arrivano i rinforzi dall'Australia

Esercito e polizia australiana a Honiara, per placare la rivolta
Esercito e polizia australiana a Honiara, per placare la rivolta Diritti d'autore Gary Ramage/Gary Ramage
Di Euronews Agenzie:  AP, ANSA
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Il Premier Morrison, che ha inviato soldati e poliziotti, ha però sottolineato come Canberra non voglia interferire nella politica e nella democrazia dello Stato del Pacifico

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Sono arrivati a Honiara, sulle Isole Salomone, i rinforzi promessi dall'Australia, per placare la rivolta che da qualche giorno ha messo a ferro e fuoco l'arcipelago del Pacifico

Centinaia di militari e poliziotti, venuti per aiutare le forze locali a calmare la rabbia della popolazione, trasformatasi in disordini e violenze. Con questo Canberra non vuole assolutamente intromettersi nella politica locale. "Non spetta a noi interferire nella loro democrazia, nel modo in cui risolvono questi problemi", dice il premier australiano, Scott Morrison. "Siamo semplicemente lì come quel famigliare che cercare di calmare le acque e mantenere un ambiente stabile e sicuro, per far sì che i problemi vengano risolti in modo pacifico".

Piringi Charley/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.
Negozi distrutti nella Chinatown di HoniaraPiringi Charley/Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

Non solo promesse non mantenute

La rivolta nelle Isole Salomone è iniziata lo scorso mercoledì, con migliaia di manifestanti scesi in piazza per chiedere le dimissioni del Primo Ministro, Manasseh Sogavare, a causa di promesse mai mantenute. Durante le proteste sono state incendiate scuole, banche, stazioni di polizia. Attaccata anche la Chinatown della capitale, dove sono stati danneggiati commerci cinesi e aziende. 

Il malcontento verso l'esecutivo, infatti, non è solo dovuto a tante promesse. Molti non apprezzano che il governo delle Isole Salomone sia passato dall'appoggiare Taiwan, alla Cina, creando molto scontento, in particolare tra gli abitanti dell'isola di Malaita, che continuano ad avere relazioni e ricevere aiuti da Taipei.

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